VIRTUOSI E DILETTANTI, PUBBLICO DI IGNORANTI!

Chi sostiene di amare la musica in maniera maniacale, e che non può starne senza da quando si alza a quando si va a coricare la sera, e poi nei fatti ascolta sempre solo canzoni e musica industriale; è paragonabile ad un’auto con un milione di km fatti tutti nella stessa città: ha fatto tanta strada, ma tutta intorno al suo ombelico…, del mondo non conosce nulla!

Chi pensa che la musica seria sia quella dei virtuosi alla “bravo bravissimo”, scambia l’arte circense con quella musicale!

Alla luce di questo, l’aforisma che suggerisco “virtuosi e dilettanti, pubblico di ignoranti” sembra proprio avere un senso…  

Parlo ai musicisti prima di tutto, che oggi inseguono la carriera come fosse un enalotto e mai indagano l’arte dalla parte dell’anima…

Immaginiamo di passare sotto un balcone dal quale cade a casaccio una pioggia di note come fosse acqua: la forma che prendono cadendo sul mio corpo, quella è l’espressione che devo cercare e che mi veste di insospettabile unicità; quella forma è inimitabile e irripetibile e può far voltare tutte le persone che passano oppure passare inosservata ai più, la cosa non ha nessuna importanza; ciò che conta è soltanto il luogo che creo al di fuori di me che sono le orme della mia vita interiore.

Coltivare una vita interiore intensa è dunque elemento indispensabile per lasciar emergere sulla mia pelle una “figura di note” che attiri dall’esterno all’interno, e che esprima qualcosa di importante.

Se non ho vita spirituale – nel senso più ampio e libero del termine – non raggiungo l’esigenza necessaria per esprimere qualcosa che vada oltre la forma; più mi arricchisco interiormente più le note che mi cadono addosso appariranno meno luccicanti ma sembreranno come le foglie più alte di una quercia, della quale si può intuire l’esistenza e cercarne le radici, grazie alla pennellata esterna che ne suggerisce il contenuto…

Raccogliamoci prima, e poi raccontiamoci!

Se davvero la amiamo così tanto questa musa, prendiamoci anche cura di lei, e cominciamo noi per primi a proporre cose diverse; il mercato fa il suo lavoro: vende e quindi cerca chi compera, ma se noi facciamo bene il nostro e facciamo musica che entrando dalle orecchie possa “concimare” tutto il corpo – non ultimo il cervello – potremmo riprenderci la musica, che è gratuita nella sua forma espressiva e lasciarla libera di vibrare di corpo in corpo…

Leggere…male, ascoltare….male, guardare….male, conduce ad una vita arida e sterile, è vero!

Ma se noi scriviamo libri e facciamo musica e rappresentazioni teatrali e dipingiamo quadri: di  grande contenuto, il tutto in forma gratuita, quale mercato potrà opporsi a noi?

La formazione di una società e dei suoi individui passa anche attraverso questi canali, anzi direi - forse -soprattutto, e quindi se qualcuno veramente ha a cuore il futuro dell’umanità - e ha la fortuna di fare questo lavoro - non si lasci sfuggire questa opportunità che premia molto più del denaro; abbiamo scelto un mestiere povero perché siamo degli innamorati pazzi, giusto?

Allora un vero innamorato non tradisce mai!

Per vivere basta poco e qualcosa si rimedia sempre anche con l’insegnamento e una scrittura onesta…

Riprendiamoci quel che è nostro: la Musica!

Parlo ai giovani soprattutto, che hanno tutta la vita davanti e sono capaci di lottare per i loro sogni; di quelli della mia età mi fido un pò meno...

Perché la musica non appartiene soltanto al passato, anche oggi ci sono grandi autori, uniamoci per diventare davvero grandi!

Rué, 27 settembre 2012

VIRTUOSI E DILETTANTI, PUBBLICO DI IGNORANTI!

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