Non basta chiamarlo per vederselo comparire!
Occorre spolverarlo un poco dalla frivolezza che lo ricopre interamente, perché le sue orecchie ci sentano...
Occorre svuotare le sue tasche dalla "invincibile" tentazione del denaro, che lo brucia con la corruzione e vari "leccaggi ad personam" e comportamenti plumbei ritenuti indispensabili per raggiungere la meta; occorre liberarlo da tutta questa zavorra affinchè possa rialzarsi e riconoscere la voce di chi lo chiama...
Occorre lanciare un sasso oltre la collina e dire basta a tutti i vizi - una volta dei ricchi, e adesso anche dei poveri - che lo portano a consumare sesso a ventaglio quasi a conferma della propria dubitata sessualità, che lo portano all'uso di sostanze nocive e all'abuso di quelle alcoliche per affrontare situazioni che non è più capace di affrontare a "mani nude", che lo portano all'acquisto di ogni "bene" materiale inutile svuotandolo dei beni spirituali che saprebbero appagare pienamente quel senso di vuoto e solitudine che lo abbandona all'impulso dell'acquisto di quel "di più" che poco alla volta lo trasformano in quel "di meno"...
Occorre saper rinunciare a qualche comodità e innaffiarsi di acqua fresca per ritrovare quel "tono" che gli permetta di accettare le difficoltà che la vita gli propone: farsi trovare in piedi e in posizione "da portiere" non svaccati sul divano davanti alla tv...
Occorre rispondere a quell'appello che lo chiama alla fedeltà: non solo nella coppia ma con tutti; cercare di alzare la testa oltre la mediocrità per riconoscersi nella fedeltà e nella lealtà che costano meno di quello che danno: la fierezza!
Occorre uscire di casa la mattina con la determinazione di compiere qualcosa - anche la più piccola cosa - nella giornata che contribuisca a migliorare il mondo che lo circonda: nel proprio lavoro, nei momenti ricreativi, nello sport che si pratica, nelle relazioni umane, nella famiglia e con i figli: aggiungere quella goccia che rende la giornata speciale ed unica...
Occorre saper rispondere a chi domanda, e non si tratta sempre di soldi, ma sovente di tempo e di ascolto; i figli sono i primi disertati con la banale scusa del lavoro: da uomini e donne - o meglio da donne e uomini - che reputano la maternità e la paternità ed i ruoli connessi alla gestione della casa e all'educazione dei figli: il mestiere degli sfigati (anziché una perla da accudire e curare); e si vede dai figli che sentono sempre più presto il bisogno di fuggire da una "casa" tanto ufficio e poco guscio...
Occorre ritrovare il nervo che raddrizza ogni tentativo di rinuncia e di ripiegamento su sè stessi, e imparare a "dare del lei" a quella creatura di Dio che ci è concessa di abitare, e portare più rispetto per l'umanità di cui sovente conosciamo soltanto gli attributi fisici e dimentichiamo la profondità con cui potremmo sicuramente rispondere: PRESENTE!
Con la fierezza di un uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio!
Rué, 1 maggio 2012