UNA PICCOLA MORTE...

Se mi tagliassero un dito, perderei certe funzioni della mano…

E sarei costretto ad imparare a fare con le altre dita, movimenti che prima non sospettavo!

Se mi tagliassero un dito della mano sinistra o il pollice o l’indice della destra, forse non riuscirei più a suonare, o comunque suonerei molto peggio…

E alla fine forse cambierei strumento o modificherei il mio per suonare lo stesso!

Se perdessi una mano non potrei più lavarmi bene e anche a tavola sarebbe un problema, e non potrei nemmeno più congiungere le mani per pregare…

Forse imparerei a strofinarmi contro il muro come fanno gli orsi per lavarsi, e pregherei poggiando l’altra mano sul cuore!

Se fosse un braccio a lasciarmi per sempre, dovrei imparare a rompere i sacchi del pellet con una mano e con un braccio solo sollevarli per caricare la caldaia; non potrei mai più suonare né abbracciare nessuno…

E finirei per rompere i sacchi del pellet con un temperino, e con un dosatore misurato caricare più volte fino a quando la pazienza impara dal limite: il coraggio di imporsi sulla nevrosi!  

Sarei costretto ad abbracciare con l’unico braccio disponibile,  e questo mi imporrebbe di coinvolgere anche il mio petto nell’abbraccio e sentire così l’altra persona come prima non osavo…

Suonerei la tastiera con una mano e la mia fantasia prenderebbe la forma del braccio mancante e saprebbe inventare nuova musica…  

Se rimanessi soltanto con una gamba, dovrei camminare con una protesi e nuotare in modo asimmetrico; imparerei a capire molto meglio gli anziani per la loro limitata libertà di movimento…

Ma so per certo che camminerei e non rinuncerei a nuotare perché amo il nuoto e l’acqua e forse mi verrebbero due braccia da vogatore per compensare la mancanza di un arto così importante per l’equilibrio in acqua!

Se mi asportassero un rene o la milza, o un polmone…, forse potrei ancora vivere; ma la vita cambierebbe di molto e ciò che prima pensavo fosse impossibile, diventerebbe di colpo possibile: alla luce di una nuova situazione che non immaginavo…

Ma come mai?

Si impara qualcosa quando qualcosa manca, e non quando sovrabbonda!

Bisogna spiegarlo ai nostri giovani oggi: il lusso non porta ricchezza, né insegna nulla; porta solo danno e impoverisce l'uomo!

Quando sarà la mia vita a lasciarmi, perderò il corpo, certo; ma imparerò con l’anima a fare tutto ciò che facevo prima con il corpo, e imparerò meglio perché sarò costretto ad imparare una cosa nuova da una vita nuova, e imparerò cose che soltanto l’anima da sola può fare; e quando il Signore mi restituirà anche il corpo, avrò imparato ad usarlo nel giusto modo…

Ogni cambiamento – anche il più piccolo - ci appare come una piccola morte, fintanto che questa non accade; quando succede, ci si meraviglia a scoprire che quello che fino al giorno prima chiamavamo morte: è Vita Vera!

Rué, 16 novembre 2013

UNA PICCOLA MORTE!

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