UNA GIORNATA SPECIALE

30.01.2012 23:03

Quella che si osserva su una foto ingiallita e che ci racconta un episodio di tanti fa...

Allora sì, siamo sicuri, allora sì che eravamo poprio felici, quelli erano tempi, quelli erano giorni felici pieni d'amore in cui tutti si andava d'accordo, avevamo poco ma gustavamo molto di più la vita, in particolare quella giornata era mitica, quella piazza e le macchine di una volta e la gente come vestiva e il sole....

Tutto ci sorrideva e tutto è andato perduto, ci rimane soltanto quella foto o quella canzone che ci strappa le lacrime mentre guidiamo e - come per lo sternuto - si rischia di perdere il controllo della guida, ma noi alziamo ancora di più il volume della radio per azzerare il mondo fuori; per un momento il ricordo concide con il breve spazio della nostra auto, e tutto ciò che non è dentro è fuori: noi siamo quel ricordo, non lo cavalchiamo soltanto, siamo proprio lì oggi come allora...

E poi ti ritrovi a passeggiare in una splendida giornata di sole in una spendida piazza che l'aria sà di mare, e sei con gli amici e il tuo partner, e non ti manca nulla, osservi le auto passare e la gente...

E tutto ti sembra normale, senza entusiasmo e senza vena, e nulla ti sembra che potrebbe essere di grande interesse nè per le cose che ti circondano, nè per le emozioni che vivi, nè per l'aria tutto sommato normale, và solo tutto benino e basta.

Poi qualcuno decide di scattare una fotografia e qualcun altro accende la radio e quella foto e quella canzone che passa in quel momento, diverrano storia...

La storia di un ricordo inventato, aumentato, esagerato, trasformato con la lente del passato e senza le lenti della presbiopia che ormai occorrono per gli anni passati sì, ma anche perchè non si riesce più a vedere da vicino; c'è bisogno della lontananza per vedere.

E allora anche la mente vede e gode di ciò ch'è lontano e non riesce a trasformare la giornata di oggi e quella piazza e quei colori e quel sole e la compagnia in un momento speciale...

Se vogliamo VIVERE dobbiamo sempre vivere quella foto che immaginiamo, e trasformarla in realtà, immortalare ogni nostro gesto come se il mondo intero ci stesse osservando e giudicando; "vivere al massimo" non è per forza sinonimo di droghe o di abusi o di trasgressività che inevitabilmente sfiora l'arroganza e la prevaricazione; "vivere al massimo" è ottenere il massimo della nostra autenticità, osservare ogni essere umano che incontriamo con una curiosità infinita e pensare proprio a lui/lei come il centro dei nostri desideri, diventare l'autore di quella foto che sà trasformare una giornata normale, un posto normale, un momento normale nell'euforia di un miracolo irripetibile: la vita!

E l'arte ci aiuta in questo: ci suggerisce ancora una volta queste considerazioni; noi siamo quella canzone e quella foto se siamo gli autori della nostra vita.

Su una locandina che indicava un baretto nascosto a Varazze, c'era scritto: Bar degli amici, ENTUSIASMO!

 

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