UN PO' DI CORTILE...

Perchè non è solo nostalgia!

Quando i bambini scendevano nei cortili e giocavano al pallone, e si rincorrevano sbucciandosi le ginocchia, e inventavano giochi che non esistevano o ne modificavano altri che già esistevano, ma che l'esigenze del cortile e dei partecipanti obbligavano ad alcune variazioni...

In realtà, si scambiavano le idee, sapevano inventare, ma si scambiavano anche i corpi, il sudore, la stanchezza, il sangue che obbligava al cerotto e peggio all'uso dell'alcool (allora era così, e bruciava molto più dei moderni medicamenti!), si scambiavano le botte (quante ne ho prese, ma anche date) e si scambiavano le figurine e si gareggiava senza festeggiare i vincitori e si annusava l'odore della pioggia d'estate e si correva contro al vento in primavera e si facevano i pupazzi di neve d'inverno e si imparavano i colori d'autunno...

Perché anche abitando in città, la frutta e la verdura avevano il colore della "sua" stagione, il colore del vestito era abbinato alla quantità di movimento da farsi, i pratacci con topi enormi (mai più visti di quelle dimensioni in campagna) correvano attorno alle nuove aree urbane che andavano nascendo e il verde bucava l'asfalto delle strade che non godevano di continua manutenzione...

Quel buco era per me: la vittoria della vita; per altri una strada sconnessa da riparare!

Il cortile ci insegnava - d'obbligo - lo scambio; e nello scambio si mischiavano anche le lacrime e si sommavano le risate, perchè tutto era davvero condiviso.

Si andava a casa e si parlava di quello che era accaduto in cortile: chi c'era e chi mancava, con chi si aveva bisticciato e con chi si aveva vinto ai rigori contro il muretto del cortile - muretto che separava la vita nostra da quello di altri cortili; vite che poi avremmo conosciuto qualche anno più tardi quando - un po' più grandi - si poteva usccire dal cancello e girare l'angolo per scoprire altri cortili, altre vite, altre storie...

E continuare a sognare il mondo insieme, e poi dopo continuare a sognarlo privatamente una volta rincasati.

Il cortile non c'è più, perchè se l'è mangiato la "civiltà" di un palazzo dal cortile lindo e sordo, rubato ai ragazzi e alle loro sane urla e alle loro sane avventure; non perchè ci si è evoluti, ma soltanto perchè  un'altra volta i più forti (gli adulti, ormai anche più numerosi) hanno messo a tacere i più deboli (i bambini)!

Il cortile è diventato un parcheggio e il giardino una nuvola per i dipendenti involontari (qualcuno li chiama: drogati) e il parco un posto per allenarsi per gare di atletica.

Il bambino deve formarsi, lontano dal gioco collettivo, lontano dalla fisicità - a meno che non sia indirizzata ad una palestra con una borsa firmata e una doccia appena finito l'allenamento, per allontanare subito l'odore della fatica e rientrare nella "civiltà" dei profumi finti...

Il bambino non può avere un'ora per andare a giocare al pallone, a meno che non sia perché gioca in una squadra per qualificarsi...

Il bambino si è allontanato dal bambino per compiacere l'adulto, e quando ce lo troviamo di fronte adulto come noi, gli raccontiamo un sacco di cazzate per umiliarlo; ci inventiamo che quando eravamo bambini noi ci accontentavamo di poco e che la mamma ci faceva la merenda colle fette di pane con la marmellata..., eppure, quando c'è la stoffa poi...

Ma diamogliela oggi piuttosto questa possibilità di crescere nel gruppo, di sudare, di imparare i colori dalla natura e non dai pixel, di sporcarsi e poi lavarsi ma non prima di aver bene annusato l'odore della fatica, perchè gli rimarrà tatuato nella memoria...

Diamogli la possibilità di curare la ferita di un amico che si sbuccia, e quella di proteggere l'amichetto più esile dal più forte e prepotente...

Diamogli la possibilità di fare esperienze vere e non congelate in una palestra o dietro ad un monitor (non solo, almeno!)

Riconsegnamogli la natura, anziché ritrovarceli poi adulti a divinizzare l'aiuola della propria città, quando poi si ignora la foresta che sta morendo; anzichè divinizzare l'animale libero che viene ucciso a caccia per essere mangiato, quando poi ogni giorno si mangia la carne di animali che non hanno mai vissuto in libertà, ma come schiavi in un alveare; anzichè divinizzare ogni forma di animale che viene ucciso per farne cibo, quando poi si è costretti a mangiare altre forme di vita vegetale, che sono sempre vita.

La vita può cibarsi soltanto di vita, l'idiota non è colui che ne mangia, ma colui che ammazza solo per suo godimento e poi non se ne ciba, ma anche colui che riduce gli "animali da cibo" in numeri e gli impedisce ogni vita, prima di essere soppressi per farne cibo; l'idiota è anche colui che tratta così la vita vegetale, riducendola a seminazioni forzate e intensive fuori da ogni schema naturalistico, pur di poter mangiare le fragole a dicembre...

Pretendiamo che i nostri figli si innamorino della vita, purchè la vita cominci al punto che ci interessa a noi, magari sui trent'anni; gli rubiamo il cortile, gli rubiamo l'oratorio, gli rubiamo la natura e li consoliamo dicendo loro che la campagna, il mare, la montagna..., vanno bene per il fine settimana, per lo svago...

Ma l'uomo non è stato creato senza orecchi e senza occhi e senza olfatto e tatto, nè senza memoria!

Ma per vivere in armonia con il creato, non in un surrogato cementato dove la natura diventa l'alternativa domenicale alla cosiddetta vita "reale".

Mai sentito parlare di un ragazzo che è diventato tossicodipendente, o che è finito in carcere, quando è emerso da un bambino cresciuto tra i campi dove poteva scorrazzare tutto il giorno con gli amichetti?

Io sinceramente, mai! 

Il cortile è l'unico spazio vero dove i bambini che vivono in città, possono crescere (nell'attesa che gli spazi abitati prendano forme differenti dalle attuali città) e imparare lo scambio...

Scambio, che impareranno a non sottomettere all'esigenza del denaro!

Investiamo oggi in educazione, riparmieremo domani in alienazione!

Rué, 30 luglio 2012

UN PO' DI CORTILE...

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