Perdere l’amore, non è solo una bella canzone – purtroppo!
Perdere l'amore è la peggiore malattia infettiva che la nostra società ha contratto!
In questi giorni sul web si leggono cose terribili sulla disgrazia di Lampedusa…
Come si può parlare di reato di clandestinità proprio nei giorni in cui centinaia di sventurati sono morti in mare nella speranza di accendere una vita rubata?
Come si può trovare assurda la parola “vergogna” - di fronte a tanta ingiustizia, sfoderando l’alibi che il nostro governo illude dei poveracci che qui c’è l’America?
Come si osa confrontare le nostre povertà con le loro, quando nei paesi di loro provenienza non manca soltanto il pane, ma anche i diritti minimi di ogni uomo, anche la pace, e per molti c’è anche una vera e propria persecuzione (leggi: cristiani)?
La cosa che fa più male è sentire le donne parlare in questa maniera: loro che si sentono discriminate e abusate anche qui in Italia, loro che dovrebbero capire meglio di altri quando mancano i diritti; invece diventano amplificatori selvaggi di una cultura della morte e della sopraffazione del più forte sul meno fortunato – perché poi il più sfortunato non è sempre per forza il più debole…
Attenzione, tante volte la nostra maggior forza è soltanto economica, perché quando siamo nati, le cicogne ci hanno portato su nidi così alti che ci vogliono ali enormi per arrivare lassù…, ma noi tutti tagliamo queste ali a tutti i bambini poveri nel mondo perché anche i più forti non possano salire ai nostri nidi!
Tante volte i più sfortunati hanno un fisico più forte e più sano del nostro, muscoli più forti e volontà più forte, ma soprattutto una capacità di sofferenza ben più temprata!
Si sente sovente dire che in situazioni di povertà estreme, la gente indurisce il proprio cuore e chi l’ha vissuta fin da piccoli è destinato - da adulto - a compiere qualunque gesto pur di arricchirsi.
E allora com’è che gente che ha giocato con tutti i giocattoli da bambino e che avuto tutti i giocattoli dei grandi, gente che crede di sapere di più perché ha studiato (o perché ha studiato in scuole di privilegiati)…, com’è che questa gente poi non ha tanto amore da insegnare e donare a chi – illusoriamente – lo vede come un angelo con le braccia aperte?
Educhiamo i nostri bambini ad essere forti e che la scuola è la prima cosa!
Ma è falso e lo sappiamo bene!
Dovremmo istruire le loro menti con pillole di vita che tante volte non passano tra i banchi di scuola, ma sono figlie di una saggezza che solo la vera intelligenza raccoglie!
Dovremmo regalare loro “un cuore touch screen”, che dove lo tocchi rimbalza con qualcosa di pertinente, di amorevole, di intelligente.
Lo tocca una gioia e rimbalza, lo tocca una persona in difficoltà o una malattia o un’ingiustizia…, e lui - dov’è toccato - si sveglia con una risposta adeguata, e rimbalza con tutta la vita che gli è stata data!
Invece vogliamo "rafforzare" (indurire!) il loro cuore perché si abitui a non soffrire, e soprattutto a non cedere; ma cedere non è cadere!
Cadere è saltare sopra la tigre che si nutre di carne umana e diventare parte di lei, cedere è commuoversi, capire, rileggere il passato e il presente: lasciare che il nostro “cuore touch screen” sia toccato con successo, cioè che risponda in maniera adeguata alle sollecitazioni che gli vengono proposte.
Un cuore che non sa cedere, è un cuore che non batte: un cuore morto!
Vogliamo tutti che i nostri figli siano ricchi e colti, e non ci rendiamo conto che la prima cosa è la bontà e la felicità, il resto viene dopo e non sempre rappresenta la vita nella sua forma più autentica!
Commenti che accusano di ipocrisia chi si dispiace per queste morti assurde di Lampedusa, e il giorno dopo continua a fare la vita di prima; commenti di chi insulta qualcuno che si ferma ad un semaforo per donare un sorriso, un ombrello, una carezza e una parola o una moneta a chi soffre davanti agli occhi di tutti: tacciandolo di buonismo e pietismo!
Come si fa ad insegnare simili porcherie ai propri figli e poi prendere sonno la sera nel letto?
Hanno deformato le parole più belle come la bontà e la pietà umana, che sono i sentimenti per eccellenza che portano il cuore dell’uomo altrove dove soltanto Dio ha seminato, che portano l’uomo al di là di un semplice animale senza volontà…
Ma dov’è il cattivismo?
Dove c’è razzismo e dove impera l’egoismo!
Non tutti siamo capi dello stato e non tutti possono fare leggi che azzerino il debito pubblico nei paesi compressi da noi, non tutti possono andare a fare il missionario in Africa o in India, ma tutti – veramente tutti - devono rendersi conto che fintanto che queste cose accadano passerà del tempo e tanto tempo; e nel frattempo scorreranno delle vite come le nostre che nascono sognano e muoiono, e non si può cancellare queste vite attendendo la giustizia sulla terra…
Perché quella giustizia nasce dal basso, e siamo noi singoli individui che dobbiamo nutrirla per farla crescere: accogliendo e comprendendo chi nasce già con tutta la vita indebitata con noi “paesi sviluppati”!
Quando una lacrima diventa un sorriso per mano nostra - la felicità ci abita, e non c’è scuola che lo insegni, e non c’è occhio che non si illumini a festa!
Rué, 12 ottobre 2013