PERCHE' LA MUSICA?

Perché la musica?

A volte me ne sto zitto, mi pare di non aver niente da dire, ma so che non è così…

Lo so perché sento qualcosa dentro che bussa sulla mia pelle e fa male se non gli do ascolto…

Lo so perché sento un peso sul cuore che mi ammacca l’anima…

Lo so perché è più grosso di me e si prende tutto lo spazio di cui dispongo…

Lo so perché mi divora come il tempo che non c’è più!

Ho ancora negli occhi il ricordo di mio suocero quando è morto; quella notte voleva alzarsi a tutti i costi dal suo letto, diceva all’infermiera che doveva uscire, e infine ha anche provato ad alzarsi, ma è crollato subito e l’hanno rimesso nel letto…

Se ne andava via da sé stesso, via da qualcosa che aveva dentro, via dalla morte che lo tirava per i polsi, via da una fine che stava per compiersi, via e non sapeva dove...

L’infermiera - che ne vedeva molti così, ci disse che era normale perché molti a quel passo hanno l’idea della fuga, come di uscire dal corpo ed allontanarsi ...

Qualcosa che mi appartiene e a cui io appartengo, qualcosa che non posso evitare, qualcosa che ha i miei confini fisici e i miei connotati spirituali, qualcosa che è qualcuno e qualcuno che respira il suo dolore e il suo amore…

“Ma se” appena mi capita in mano una chitarra, viene fuori come l’aria da un palloncino che viene fatto scoppiare…

“Ma se” appena mi capita in mano una chitarra, diventa musica e la musica disegna un percorso che non appartiene al caso ma alla mia persona…

“Ma se” appena mi capita in mano una chitarra, l’idea non diventa parola ma suono, e il suono arriva alle orecchie di chi ascolta subito in “formato cuore”, senza la traduzione insensata delle parole che possono distruggere la purezza di un’emozione e violentare il suo silenzio…

Il silenzio è vita che scorre, è l’orecchio teso a percepire il divenire di quel presente che cammina con me, è quel filo che mi lega allo spirito che mi abita…

Senza quel silenzio, niente musica!

Gli architetti costruiscono palazzi di pietra e cemento, cercano fondi per realizzare le loro opere e le loro opere sono soggette alle intemperie e al tempo; hanno bisogno di grandi piazze e grandi spazi da coprire con le loro opere...

I pittori hanno bisogno di grandi tele da coprire e gli scultori di enormi blocchi di marmo da lavorare; hanno bisogno di soldi per realizzare le loro opere materiali che sono soggette anch’esse alle intemperie e al tempo che passa…  

La musica vola, costruisce il palazzo che hai dentro a spese zero; la sua tela e la sua piazza sono il silenzio, e quel silenzio è la tavolozza da coprire; la musica è eterna e inintaccabile, perché è l’arte dell’anima, e dall’anima prende il volo per costruire un palazzo etereo che scolpisce all'interno di ogni cuore in cui arriva: l’esatta “forma del tuo spirito”!

La cosa più eterea, meno palpabile, meno materiale, è poi quella che ti sconvolge di più dentro e che lascia le orme nel tuo cuore di ogni anima che passa, di ogni anima che ti suona!

Il ricordo di mio suocero e della sua morte, mi ricollegano a quel “di più” dentro di noi che tenta istintivamente di uscire dal corpo, perché sa – d’istinto – che la morte può cogliere il corpo ma l’anima segue un’altra strada: la vita continua…

Quel ricordo è la prima esperienza che ho vissuto da vicino, di un anticipo di pochi minuti della divisione tra corpo e anima: divisione che è talmente insita nella nostra persona, che nemmeno la sofferenza estrema può cancellarne la memoria!

Il ricordo di quel corpo che va da una parte, e l’anima che già si incammina per il suo divenire…

Come la musica che si stacca dai nostri corpi, per volare oltre ed esplorare orizzonti non solamente umani, non soltanto materiali, ma eterei ed immortali: la musica è la prima esperienza dell'anima fuori dal corpo!

Rué, 3 luglio 2013  

PERCHE' LA MUSICA?

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