Ho letto alcuni giorni fa, una frase che mi ha colpito molto: “se i governi fossero diretti da donne, finirebbero le guerre, fintanto che saranno guidati dagli uomini ci saranno sempre guerre, perché è nel dna maschile l'indole della guerra”.
Al di là del fatto che mi sembra un eccesso...
Al di la del fatto che appiattire la vita dell'uomo su un presunto dna colpevole dei pensieri e delle azioni, ha più del ridicolo che del ragionevole...
Al di la del fatto che oggi la competizione femminile, non mi sembra davvero un'apprendista di bottega...
Rimane - e colpisce - il fatto che qualcuno abbia – forse ragionevolmente – pensato che in effetti le guerre si facciano per ragioni personali tra capi di stato, e non per ragioni di stato, appunto!
Se questo elemento si può considerare come un assioma, rimane soltanto da prendersi a schiaffi più che lanciare bombe...
Per l'amara morte di chi non ha nulla da guadagnare anche in caso di vittoria - perché i dividendi di quel “bottino” non saranno mai a sua disposizione; per la segreta paranoia di che vuol vedere il suo avversario in ginocchio; per la certezza della morte e la promessa della vita!
Le guerre finiranno quando le popolazioni si accorgeranno che mantenere le lobbies, o scapricciare un despota, così come assecondare un maniaco espansionista... non merita la loro morte...
Le guerre finiranno quando due fratelli che litigano - e alla fine perdono oltre al senno anche la dignità e ogni altra ricchezza della persona, si inginocchieranno davanti alla vita e la considereranno sacra...
Le guerre finiranno senza l'impotente ONU, che serve soltanto a dare un indirizzo alla volontà degli uomini, e a far comprendere loro che la nuova sfida è quella di un'organizzazione capace di fermare ogni abuso e catastrofe in ogni angolo del mondo; soltanto che poi una simile organizzazione si scontra con i governatori e con gli interessi economici e si affievolisce l'effetto pratico generato nel suo cuore inizialmente!
Le guerre finiranno quando la nuova sfida si sposterà ancora un po' più avanti rispetto a quella di una organizzazione come l'ONU; e andrà a lambire i contorni del concetto di Persona, come qualcosa di invalicabile – indipendentemente dalla sua intelligenza, status, bellezza, virtù apparenti, ecc...
Quando l'uomo concepirà dentro di sé anche la minima parte della sua vera grandezza, allora salvare un uomo diventerà ancora più importante di salvare un'aiuola o un cagnolino o un albero – pur se anche la loro salvezza rappresenta la grandezza dell'uomo.
Oggi c'è chi è pronto a tutto pur di salvare un cagnolino in difficoltà – senza assicurarsi della sua provenienza o taglia o età, e questo significa riconoscere negli occhi dell'indifeso la dignità della vita; quando questa dignità verrà riconosciuta anche – e a maggior ragione! - in maniera indiscutibile a ciascun essere umano al di là della sua provenienza o cultura o razza ecc..., allora forse potranno cessare le guerre che stampano morti sulle strade di ogni città, e l'avidità degli uomini si trasferirà soltanto sul lato economico...
Che mieterà ancora vittime, ma in misura e con toni decisamente inferiori!
Credo sempre più che occorra lavorare sulle persone più che sulla politica, perché la fine delle guerre armate non avverrà mai come una conquista politica, ma soltanto come una conquista della dignità umana.
Oggi ci sono i mezzi per far volare rapidamente parole e concetti, pensieri ed azioni..., qualcuno gira un video curioso e il giorno dopo il mondo lo conosce, qualcun'altro inventa il car wrapping e il giorno dopo il mondo lo conosce...
Se utilizzassimo anche soltanto una piccola parte del nostro tempo, per far girare concetti e idee -suffragate da esempi di vita - riguardanti l'esigenza di moltiplicare le azioni a difesa di ogni singolo essere umano - e dessimo un valore eroico a gesti simili... faremmo vera cultura!
Molto meglio di diecimila libri tutti uguali e colla sola urgenza di vendere il maggior numero di copie possibile!
Cambiare il mondo si può!
Però non bisogna fare l'errore di pensare che siamo troppo piccoli per agire, o di pensare che sia tutto inutile...
L'uomo che vive è l'uomo che sogna, e l'uomo che sogna è l'uomo che realizza!
Perché dietro l'uomo c'è Dio!
Anche se l'uomo non potrà mai vederlo in terra, perché si sposta insieme alla sua ombra, può però raccogliere la spinta che da dietro gli arriva!
RuéLibertà, 15 luglio 2014