Ma come?
E' semplice e complicato allo stesso tempo!
Se si vuole davvero, bisogna mettere in cantiere l'impegno e la predisposizione a non mollare quando si viene criticati...
Perché tante volte insisto sull'urgenza di avere una propria testa?
Proprio perché soltanto una consapevolezza responsabile di ciò che si è e di ciò che si vuole, può imporre alla testa un ritmo ed una costanza che richiedono sacrificio e a volte anche isolamento.
Si cambia solo quando si è davvero sicuri di un'idea o di una situazione!
Ma quando ci si nasconde dietro ad un “non ce la faccio!” oppure ad un “è impossibile!” allora non si è davvero sicuri di nulla; bisogna rifare tutto da capo e tornare al primo anello della catena “cosa davvero voglio? chi davvero sono? per quale motivo agisco? nella speranza di ottenere cosa?”...
Che si tratti di un fine sociale, politico, personale, relazionale o altro, l'unica strada che davvero porta ad un risultato è quella di mollare mai!
E non mi rifersico ad un periodo più o meno lungo, oltre il quale se non si vedono risultati decenti mollare la spugna, con la scusa che si è fatto tutto il possibile ma la situazione è invincibile...
Mi riferisco ovviamente a tutta la vita!
Personalmente da più di trent'anni porto avanti una “battaglia” che passa tra le gambe della mia arte e si alza in volo verso quei contenuti ai quali essa è tesa; molti – troppi – mi suggeriscono puntualmente qual'è la strada del successo e i motivi per cui dovrei adeguarmi a quella prospettiva, e stabilire amicizie che riflettano la concretezza di uno sviluppo immediato – vista anche la mia età non più giovanissima...
Rifiuto l'offerta e vado avanti!...
Mi verrebbe da dire parafrasando una famosa trasmissione televisiva.
Non il successo che altri chiamano così, è quello che davvero riesco a vedere come un traguardo di cui andar orgoglioso; non il successo dello svuotamento completo di tutta la mia vita e di tutti i valori che cerco di portare avanti da sempre con la mia arte, nella speranza di trovare in fretta un successo economico che gratifichi – se non l'anima e lo spirito – almeno il portafoglio...
Il successo a cui volgo il mio sguardo viceversa, è proprio quello di saper resistere ad ogni tentazione che una vita più grassa dal punto di vista economico mi potrebbe regalare, ma sicuramente molto più magra dal punto di vista del rispetto personale e dello spirito!
Il successo di cui nutro le mie giornate è fatto di tanti piccoli “no” che per altri sono una stupida rinuncia allo sviluppo e alla carriera, è fatto di tante piccole porte segrete che portano direttamente al mio cuore - che mi permettono ancora il lusso di ritrovarlo ogni qualvolta lo desidero, è fatto di tante piccole azioni che moltissimi criticano ma qualcuno ogni tanto comincia ad imitare e ciò mi lusinga oltremodo, non perché io cerchi la lusinga in sé...
Ma perché vedo che altri cominciano a incamminarsi sulla stessa strada, e rendersi conto che il vero successo consiste nel non cambiare per un prezzo in denaro ma nel portare a termine un cammino serio e operoso che sia specchio di sé e del proprio rapporto con la vita...
Alla fine l'arte è proprio solo questo!
Un percorso che dall'interno volge verso l'esterno e verso il cielo!
Chi meglio si adatta ad una vita comoda – che paghi subito in cash, in realtà è proprio chi rinuncia al vero successo, forse perché lo ritiene una meta davvero irraggiungibile!
Il fruitore stesso di arte, si è abituato ad acquistarla, più che a raggiungerla, abbeverarsi alla sua fonte e conoscerla; e questo perché il mercato ha abituato le persone che ogni cosa di valore si compera, mentre si sa che soltanto le cose di poco valore si possono comperare e vendere, le cose di grande valore possono essere soltanto raggiunte o donate!
Un giusto compenso in denaro può essere quello che Gesù suggeriva ai suoi discepoli nella loro opera di evagelizzazione: “l'operaio ha diritto al suo sostentamento!”
Rué Libertà, 17 maggio 2014