Una parola che porta nel suo nome la vita, una vita nuova, una nascita, la nascita per eccellenza: quella di Gesù – il Salvatore!
Ogni anno, credenti e non credenti (soprattutto!), si danno un gran da fare per festeggiare quella che è ritenuta forse la più grande festa dell’anno, sicuramente la più attesa…
Ma anche la più spendacciona!
In effetti per dimostrare il nostro affetto ai nostri cari, non troviamo altro più convincente di spendere una bella somma e presentare un regalo esclusivo; sembra proprio che anche l’affetto abbia perso i suoi gesti…
L’affetto vero, quello dimostrato con gesti autentici: come una carezza o un abbraccio, con la compagnia, un dialogo aperto e mai teso, l’ascolto dei problemi altrui, una torta, una coccola, un piccolo gesto pensato apposta per qualcuno che lo apprezza; non un acquisto, ma un gesto materiale: cucinare un piatto favorito, sporgere una musica o una lettura, stare assieme tutta una giornata, fare una passeggiata insieme di quelle che si raccontano ancora 20 anni dopo, Pregare insieme!
Tutto ciò che conta davvero è andato perduto, e ciò che rappresenta la forma è stato esaltato; ma quando si riceve un regalo dall’involucro magnifico, che però al suo interno contiene il nulla…, allora il nulla è il regalo – peggio – travestito da omaggio d’onore.
Spendere, stupire, sbalordire, sedurre, snobbare: 5 verbi che usano la esse per affermare “io Sono”; e in questo progressivo crescendo di superbia sembrano voler esprimere la loro presunta Superiorità, anche in amore…
Scegliere, scrutare, sorvegliare, sorridere, spalancare: 5 verbi che usano la esse per affermare “io Sento”; e in questo cono si lasciano amplificare da una Scelta poi approfondita Scrutando, e poi Sorvegliata per non perderla, e poi a Sorridere per la grazia e l’amore ricevuto, e infine a Spalancare la loro gioia verso il mondo creato…
SONO e SENTO: due verbi così nemici!
“Io Sono” è l’espressione tipica con cui il Signore si è presentato agli uomini, proprio per affermare chi E’ davvero; noi siamo suoi figli e possiamo Sentire la sua presenza, e farne un tesoro oppure fuggire per la paura di imparare che “Io Sono” non è un verbo di superiorità, ma di dono completo da parte di chi – pur Essendo – ha scelto di donarsi e donare per amore, e non per affermare alcuna supremazia o per aspettarsi una contropartita…
Il Natale dunque rappresenta proprio questo Sentire, questo accorgersi, questo accogliere chi è nato; e di conseguenza la sua volontà!
Quando ricordiamo - nel suo giorno - un cantautore o un poeta o un attore o uno scienziato; ci ricordiamo della sua volontà e di ciò che è stato, e quel giorno lo viviamo cantando le sue canzoni o guardando i suoi film o approfondendo i suoi studi: ci lasciamo insomma trasportare emotivamente e intellettualmente da ciò che egli ha rappresentato…
A De André – per esempio – hanno dedicato vicoli simili alle canzoni che raccontano quei fatti, nessuno si sognerebbe di dedicargli il principale corso della città: non certo perché lui non valesse tanto, ma - all’opposto – perché anche lui cercava quel tanto non negli onori e nella gloria, ma nei piccoli e nel servizio!
Quando arriva il Natale per eccellenza – invece – ecco che scattano meccanismi opposti a quelli del suo Autore…
Colui che è nato in una grotta, viene festeggiato in una villa…
Colui che è vissuto nella povertà e ha predicato l’essenzialità, viene festeggiato nel lusso e nello sfarzo di costosi regali e abiti da cerimonia e cibi abbondanti e primizie rare…
Colui che ha predicato contro l’ingiustizia e ci ha raccomandato la dedizione alla carità, viene festeggiato nell’indifferenza alla solitudine, alla povertà, alla malattia, all’emarginazione…, e tra tutti i moventi il peggiore è quello politico!
Colui che ha predicato l’Amore totale e incondizionato, viene festeggiato nella parzialità e nelle divisioni!
Colui che è morto sulla croce, viene celebrato con simboli di potenza!
Mah!
Se il Natale è diventato tutto questo, allora noi stiamo festeggiando l’evento “mortale” della nostra religione cristiana, non l’evento Natale!
La morte che avvolge ogni sfera della Sua presenza su questa terra, e della Sua promessa del Regno dei Cieli!
Qualcuno ha difficoltà a pregare davanti agli arroganti e ai superbi, perché teme che il male sia più forte, ma è vero il contrario: l’amore dura e penetra nel tempo con i suoi risultati positivi – che rappresentano il vero progresso dell’umanità; mentre l’odio e la superbia distruggono solamente, e riducono gli uomini all’inseguimento di un progresso tutto votato alle comodità e alla supremazia!
Lascia che d’ogni vento ti giunga il Respiro, e raccogli sulle tue labbra le parole che Senti e nelle tue mani le azioni di Gesù!
Rué, Santo Stefano (primo martire della Chiesa cristiana) - 26 dicembre 2013