LE DUE SPONDE!

C’era una volta un grande fiume, che però pareva un torrente;

E le sue sponde erano a tratti precise, a tratti seghettate, ora tranquille e ora tormentate, ora pulite e ora fangose, e poi rocciose, e ancora a strapiombo e dopo inermi come nulla fosse avvenuto…

Raramente però – molto raramente a dire il vero – accadeva che le due sponde fossero specchiate l’una all’altra in un determinato tratto, ovvero che procedessero parallele in modo simile…

Piuttosto il contrario: se da un lato vi erano le rocce, sulla sponda opposta compariva una spiaggetta neutra; se da un lato era strapiombo, l’altro lato si divertiva a seghettare curve strette intorno alle pietrucole sparpagliate; se un lato nascondeva una grotta colma d’acqua dove ci si poteva fare il bagno, l’altro lato era tormentato da culle e gobbe…

Entrambe le sponde avevano estrema cura dell’acqua che proteggevano, alla quale tenevano moltissimo e si inventavano mille forme pur di trattenere tra loro: la vita, l’acqua!

Ma non si mettevano mai d’accordo sul come e sul dove e sul quando, e perciò a volte l’acqua era costretta a sbordare e saltare oltre gli argini; entrambe le sponde quindi si incolpavano a vicenda, rimproverandosi l’una con l’altra della colpa di non aver saputo trattenere con sé la vita.

In realtà - per lo più - ciò accadeva perché una sponda si “divertiva” a fare dispetti all’altra, mettendola in crisi per poterla incolpare: ad esempio in un punto in cui una sponda svettava ricca di alte rocce, e si sentiva quindi molto sicura di saper trattenere l’acqua con sé, avrebbe potuto aiutare l’altra sponda cedendole un po’ di materiale per alzare leggermente i suoi argini e invece si divertiva ad accusarla e deriderla della sua incapacità di “tenersi” la vita; si divertiva e si gonfiava come un pavone al passaggio della piena per mostrarle la sua forza impettita e farla sentire ancora più debole e inerme…

Dal canto suo - quando accadeva l’opposto  - l’altra sponda si prendeva la rivincita e quando disponeva di una bella grotta tranquilla piena d’acqua, anziché accettare di prendersi lei la piena d’acqua quando passava - sicura di poterla contenere; scatenava correnti sotterranee per aumentare il flusso dell’acqua nella direzione opposta, in maniera tale che la sponda ricevente non fosse più in grado di trattenere con sé la portata d’acqua aumentata a dismisura, e così straripasse…

La vita sprecata si andava a divertire altrove, e lasciava le scazzottate ai suoi pretendenti: impazienti di vincere sempre e di dimostrare all’altro la propria presunta supremazia…

La vita sprecata si infuriava e rovinava ogni cosa che incontrava: alberi e campi , strade e case, persone e animali; la vita non vissuta si scatenava nel male e anziché produrre vita, creava morte e depressione…

Quando tutto alla fine è andato distrutto e la morte regnava ovunque, le due sponde moribonde cominciarono a guardarsi come due lottatori esausti e sfiniti; cominciarono a scambiarsi sguardi più benevoli, ed essendo entrambi incapaci di colpire ancora e di incassare nuovi colpi; finirono con l’abbracciarsi e tentare di limitare i danni, aiutandosi l’un l’altra prevenendo le debolezze altrui nutrendole di quelle attenzioni indispensabili per evitare di generare nuove perdite d’acqua,  nuove perdite di vita.

E pensare che il loro compito era quello di trattenere la vita…

E invece il comportamento che assunsero entrambe, non fece altro che lasciarla andare e perderla e generare morte; l’acqua quando non viene per bagnare e dissetare, viene per rovinare e distruggere!

Quando l’uomo si sente la sponda più forte e profitta della donna…

Quando il datore di lavoro si sente la sponda più forte e ruggisce contro il suo dipendente…

Quando il genitore pensa di essere la sponda grossa e infierisce sul figlio anziché nutrirlo delle sue cure…

Quando la scienza pensa di bypassare l’arte…

Quando la politica assume contorni da corvo per consumare le sue carogne negli ospedali e nelle scuole e nelle fabbriche e nei quartieri “off” e non si placa mai…

Quando l’insegnante sottrae anziché aggiungere conoscenze e metodi…

Quando il professionista colto snobba chi gli tiene accesa la lampadina in testa e nel portafoglio…

Quando il medico è nervoso e impaziente davanti ad un paziente che si lamenta…

Quando la mano calda incontra una mano fredda e non la stringe a sé per scaldarla…

Quando la forza fisica e la salute diventano le alte rocce della sponda forte, e deridono impietosi la sfortuna e la debolezza…

Quando una grossa eredità si considera meritata e giusta…

Quando la musica suona denaro sonante…

E quando la pittura dipinge firme astratte…

La vita sprecata si va a divertire altrove, e porta danno e morte ovunque!

Trattenere la vita è compito degli esseri viventi, strozzarla in una pozza d’acqua equivale a non comprendere ancora oggi, che se muore l’altra sponda o se muore a tratti, il fiume esplode e dove arriva porta solamente l’ultimo gesto che ha vissuto: una forza maggiore che sopprime la vita che riesce a dominare…

Rué, 30 agosto 2012

LE DUE SPONDE!

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