Non sono Bach, e non intendo commentarne l'opera, che come molti sanno è - con il Clavicembalo Ben Temperato - una della massime opere del compositore tedesco.
L'arte della fuga a cui alludo io però, è proprio la musica!
Quando si è per tutta la giornata e per tutta la settimana e per tutto l'anno, sottosposti ad una continua catena della quale non si può evadere un solo anello: lavoro, figli, casa, preoccupazioni di salute propria e dei propri cari, preoccupazioni per bollette e mutui e l'auto da pagare, ecc...
Si tende - appena si apre un piccolo varco, o ne si immagina la prospettiva - ad "uscire di scena" con l'acquisto di un piccolo elettrodomestico o dell'ultima novità tecnologica, oppure facendosi un amante (anche solo per un quarto d'ora) oppure scivolando in una chat per stimolare nuovi incontri oppure ancora sdraiandosi davanti alla tv...
Vi sono anche sistemi di evasione (non quelli fiscali, ma quelli permessi di giusto sfogo) che non fanno dimagrire il nostro cervello, nel tentativo di "uscire di scena" per un'oretta o una mezz'oretta, anzi che semmai ne rigenerano le fondamenta dando poi la possibilità di percepire come uno sforzo minore il resto della giornata; un po' come avviene per lo sport e il lavoro manuale, che all'inizio sembra sottraggano ulteriori forze, ma in realtà - se praticati con costanza - aumentano l'elasticità, e si guadagna una maggior tempra di fronte alle avversità di ogni tipo....
Così è ancor maggiormente per la Signora di tutte le muse: la Musica, appunto!
Ecco la vera Arte della Fuga!
Scappare dal finto per approdare al vero, scappare dall'illusorio per trovare il reale, scappare dalla catena che ci tiene incatenati al mondo per attutire i sensi materiali ed acuire quelli spirituali, fuggire dall'involucro verso il suo interno: il contenuto!
Ascoltare musica!, senza diventare audiofili "impreziositi" che perdono la testa dietro l'ultimo acquisto di nuovi diffusori (leggasi: casse acustiche) di bassa impedenza e altissimo costo nella convinzione di ascoltare quello che ha davvero suonato l'artista nella sua dimensione più autentica...
Non è così in realtà, perchè quello che ha suonato l'artista lo si può ascoltare più che egregiamente con un impianto di costo medio - basso, e anzi a volte un impianto "effetto Nasa" può allontanare maggiormente dall'originale, abituando pericolosamente l'orecchio ad un ascolto truffato: aumentato o diminuito a seconda di come lo si percepisca, ma truccato dall'elettronica e reso più soffice e meno aspro ma anche meno caldo e soprattutto meno vero.
Chi ha ancora voglia di ascoltare uno strumento musicale dal vivo - non amplificato - come accade per la musica classica, ma anche per molte esecuzioni di musica d'autore acustica odierna, potrà apprezzare la differenza enorme tra un suono reale ed un altro un po' troppo "lavorato"...
Ci sono artisti che se registrando colgono il rumore di una sedia o lo sfregare di una giacca o un respiro troppo profondo...., ne chiedono la soppressione tramite teniche oggi rese possibili dalla tecnologia, sicuramente questi preferiscono i suoni artefatti, e alla verità di una gita in mezzo alla natura, preferiscono un documentario nella foresta in super HD...
Ce ne sono altri - anche se pochini, ma stò scoprendo che sono più di quello che pensavo - che amano e pretendono l'opposto, e danno vita a musica acustica nella sua dimensione reale, quella in cui viene suonata, senza trucchi né aggiunte, né sottrazioni ingannevoli, proponendosi di mantenere i suoni il più possibile naturali nelle registrazioni.
Ascoltare musica - dicevo - senza perdere il contatto con la realtà: avvicina alla musica, quella vera che si suona con strumenti musicali che vibrano e che ti fanno vibrare nel contatto fisico e psichico.
Ascoltare musica e meglio ancora dilettarsi con uno strumento musicale, ci avvicina al nostro "seme" più di ogni altra cosa, perchè la Musica tra tutte le arti è l'unica invisibile; puoi vedere chi la suona ma non puoi vedere Lei, che si nasconde ed entra in punta di piedi nella nostra anima, costringendoci a fare la stessa cosa e a scendere in quelle profondità che a volte temiamo di affrontare, presi come siamo sempre dalla superficialità e velocità del presente che non consentono approfondimenti interiori.
Chi suona è un entusiasta per elezione, per scelta e per cammino; ognuno di noi - anche il più apparentemente negato - ha un Suo Suono assolutamente irripetibile, come un marchio indelebile e riconoscibile molto più dei nostri dati anagrafici, che nemmeno il più grande maestro è capace di imitare rubandoci l'anima...
Dicono che David Gilmour dei Pink Floyd sia scarso come chitarrista - ogni opinione va ascoltata ma non per forza condivisa - però il suo sound è pressochè inimitabile: molti ci hanno provato e nessuno gloriosamente; eppure ottenere un suono personale con una chitarra elettrica è molto più difficile perchè la tecnologia funziona da supplente di molte nostre doti naturali che a volte nemmeno conosciamo.
Bene, proprio il suonare - a qualsiasi livello del resto - ci insegna a riconoscerle e a conoscerci per come non ci sapevamo; ad entrare in contatto con quella sfera interiore che poi cerchiamo per tutta la vita - sempre nella sua dimensione sferica (ogni ambizione vuole il suo tondo) - in tutto ciò che non ci può regalare una comprensione piena di ciò che è comprensibile soltanto attraverso emozioni vissute.
La Musica è l'arte dell'anima, come essa infatti non la si può vedere, ma se si stà in silenzio la si può sentire!
Il silenzio, condizione imprescindibile!
Rué, 14 aprile 2012