L'ANELLO MANCANTE: QUELL'INCANTO CHIAMATO FEDE!

Appena superiamo l’età della fanciullezza, e ci avviciniamo a quella dell’adolescenza, succede qualcosa di molto strano.

Da un lato il nostro corpo cambia e comincia a promettere quello che poi saremo di lì a pochi anni: i muscoli si formano, la statura aumenta, la vita sessuale comincia a fiorire, il nostro cervello si sente capace di affrontare ragionamenti che prima parevano solo appannaggio dei grandi…

Però qualcos’altro succede: arriva – puntuale come la vita – la tristezza e il senso della morte!

Che cos’è che scavalca la voglia di vivere e si prende la nostra felicità per condurla nei meandri della malinconia e dell’inesorabilità della sorte?

Fino al giorno prima eravamo accompagnati per mano ovunque dai nostri genitori: sia fisicamente che in ogni ragionamento; il giorno dopo ci troviamo a compiere i primi passi da soli…

Manca l’anello che congiunge i due percorsi, perché comunque si affronti questo passaggio, ci troveremo spaesati e sofferenti; non è facile staccarsi dalla sicurezza e soprattutto questo distacco coincide con il formarsi dell’idea della morte.

Ma perché?

Perché fino al giorno prima la mamma e il papà provvedono a dare sicurezza e continuità ad una vita che non si può spezzare fintanto che ci saranno la mamma e il papà al nostro fianco.

Ma il giorno dopo la vita presenta il conto, e si mostra nella sua verità con la gioia della vita ferita dall’evidenza della morte inevitabile.

Le problematiche esistenziali infatti si affacciano sull’uomo proprio nel periodo dell’adolescenza, perché in quel momento ci si affaccia per la prima volta sulla vita senza corrimano; per la prima volta si vede la vita con i propri occhi e si fanno esperienze con i propri sensi in maniera diretta.

Negli animali questo momento è quello in cui il piccolo comincia a cacciare da solo e a provvedere a sé stesso in maniera più autonoma: rimane ancora legato alla famiglia d’origine ma in maniera più elastica e provvisoria, mentre matura sempre più il suo interesse sessuale e d’ora in poi la sua vita sarà legata sempre meno al gioco e sempre più all’accoppiamento fisico.

La sua esigenza primaria è quella di provvedere a continuare la propria vita, riproducendosi con l’accoppiamento; nell’animale però – a differenza dell’uomo – non compare in questo distacco, nessun senso di tristezza e malinconia…

Anche nell’uomo, il compimento della maturità sessuale lo spinge alla riproduzione fisica con l’accoppiamento (anche se poi nell’uomo questa visione oggi è distorta e si pretende soltanto il godimento fisico respingendo l’idea dei figli), però accade in concomitanza un’altra cosa: il senso della vita per la prima volta risulta coincidere perfettamente con quello della morte.

La vita ci interroga, ci fa delle domande a cui non sappiamo rispondere; e al tempo stesso rifiutiamo l’idea dell’ignoto.

Questo di solito è il periodo in cui ci si affida integralmente alla scienza e alla tecnologia, perché paiono le sponde più sicure tra cui fare scorrere il fiume della nostra vita; non avendo più la certezza che passa attraverso le mani sicure di mamma e papà, si cercano nuove mani sicure che sappiano proteggere la nostra vita…

Ma presto ci si accorge che anche la scienza – con tutta la sua generosità nell’accordarci una vita semplificata e razionale – getta la spugna davanti a certe domande e sovente anzi – arrabbiata per non aver risposte esaudienti da offrire – se la prende con Dio perché pretende di avere le risposte giuste!

L’anello che manca in quel passaggio, è in realtà la fiducia nell’avvenire: il senso di protezione che abbiamo avuto fin dalla nascita non l’abbiamo chiesto, non l’abbiamo capito, non l’abbiamo raggiunto con la nostra condotta.

Quello che cambia ora qui, è il passaggio dalla gratuità di questa “copertura” alla responsabilità che ci viene richiesta nel nostro agire, per meritarsela quella copertura!

Per nessun motivo dobbiamo sospettare che la “natura” che ci ha fornito gratuitamente la sicurezza protettiva, se ne sia andata e non ci riconosca più come suoi figli; da piccoli ci trattava da piccoli e non considerava le nostre azioni degne o meno della sua copertura; da grandi ci chiede conto del nostro operato per condurci verso quella strada dove esercita la sua copertura, oppure verso un’altra strada dove anche il sole appare senza luce e senza calore…

Quell’anello mancante nell’uomo, coincide in realtà con la nostra coscienza che diventa capace di scegliere tra il bene e il male; ogni azione che compiremo secondo coscienza nella direzione del bene, ci avvicinerà sempre più a Dio e a quel senso di copertura cui l’uomo anela in maniera addirittura istintiva, perché il senso di Dio nell’uomo è insito anche nelle viscere ed infatti è prima l’istinto che la ragione a comunicarcene l’esistenza.

Ogni azione viceversa che andrà contro la nostra coscienza, ci allontanerà sempre più da Dio e sempre più affioreranno come coltelli le domande esistenziali circa la nostra natura e il nostro destino…

Non tutti forse troveranno immediatamente la fede, nel senso stretto del termine; ma quando si segue con impegno la propria coscienza e ci si avvicina a tutto il creato (umanità, animali e piante e terra) con amore, senza ostacolare ma favorendo e agevolando la riuscita di chiunque: ci si avvicina a Dio e tante paure si neutralizzano come per incanto…

In realtà quell’incanto, altro non è che l’anticamera della fede: la porta dietro la quale non si potranno sicuramente trovare tutte le risposte, ma si trova quella Mano che cercavamo – come quella dei genitori da bambini – della quale siamo sicuri di poterci fidare, che non ci abbandonerà e non lascerà l’ultima parola alla morte, essendo Egli stesso risorto per primo dinanzi a noi, per indicarci la strada che conduce alla vita eterna!

Fidarsi è bene!

La nostra coscienza funziona come una bussola che punta sempre a nord, e qualsiasi nostra azione che pretende una direzione contraria, si scontra con l’infelicità e il senso di morte che ci pervade.

Mentre qualsiasi azione che asseconda la nostra bussola, ci avvicina alla Vita, e dopo un po’ cominciamo a riconoscere dentro di noi una strada che alla fine ci conduce al suo Autore!

Dio non è contro la scienza, anzi!

Ha previsto l’uomo – a differenza degli animali - con un istinto divino e con una coscienza palpabile, seppur invisibile ad occhio nudo; vestiamolo questo occhio di amore, e si svelerà tutta la Sua Verità!

Perché siamo fatti a Sua immagine e somiglianza…

Rué, 30 dicembre 2012

L'ANELLO MANCANTE: QUELL'INCANTO CHIAMATO FEDE!

Nessun commento trovato.

Nuovo commento


Crea un sito web gratis Webnode