E poi si sente ancora l'ennesima scuola in cui avvengono soprusi sui bambini...
Ora è il turno di Verona e il bambino autistico menato col righello, maltrattato e insultato!
E si continua a richiedere personale docente sempre più "preparato", e con tanti pezzi di carta a ventaglio da mostrare, e non basta mai, non ci si accontenta più..., si pretende personale iperqualificato e selezionato attraverso graduatorie ripidissime.
Col risultato di??
Di scambiare la bontà con la cultura, e di scambiare la cultura con la conoscenza e di scambiare la conoscenza coi pezzi di carta acquisiti, e di scambiare i pezzi di carta acquisiti con la bontà: e il cerhio si chiude su sé stesso, senza generare amore e cultura della pace, che sono gli unici recquisiti indispensabili nell'educazione dei bambini.
Anzichè giocare al rialzo sulle cose inutili, occorrerebbe sincerarsi che le persone che vanno a svolgere questi ruoli, siano persone anzitutto: serene, non volgari, e non dei frustrati; perché qualunque grado di "cultura" abbia un educatore, se è una persona infelice e frustrata, la prima cosa che farà - appena gli capita di avere dei subalterni o dei sottoposti - sarà quella di sfogare la propria rabbia su di loro.
Ogni persona che ha un carico di infelicità dentro, più lo trattiene e più è pronto ad espoledere alla prima benzina che incontra, e purtroppo la prima benzina che passa vicina a un fiammifero acceso, lo vede soltanto quando stà già bruciando per merito suo; gli altri se ne accorgono soltanto dopo, ma nemmeno dopo si rendono conto di quello che è successo e continuano a rincarare la dose e a pretendere sempre più titoli dal personale addetto all'educazione giovanile.
E' ora di finirla, e pretendere persone amabili e felici di stare con i bambini - non per lo stipendio, ma per il calore che ricevono dal contatto coi bambini!
Si pensa - errando - che più le persone sono "qualificate" e "preparate", più saranno felici perché nel confronto con altre persone meno "titolate", si sentiranno più forti e le loro personalità più serene...
Ma ahimé, non è così!!
Ci sono persone poco "titolate" e molto preparate dalla natura, e felici del poco che possono dimostrare; ed altre che con diecimila titoli subiscono complessi di inferiorità nei confronti di chi magari ha anche meno; sovente l'invidia è nei confronti di chi ha meno, perché chi ne soffre, non si sente mai al posto giusto e appena si accorge della felicità e della predisposizione naturale di qualcun altro - peggio se secondo i suoi parametri dovrebbe essere uno più sfigato di lui - scatta la rabbia e la frustrazione.
Succede la stessa cosa nell'arte: chi si accorge di avere capacità discrete, si avviluppa dentro una serie di titoli che dovrebbero metterlo al riparo da ogni confronto; ma purtroppo - inevitabilmente, appena incontra un talento vero e quasi sempre "stitolato" perché non ne ha bisogno, muore d'invidia e comincia a mettersi di traverso sulla sua via; a volte ci riesce, ma al perseguitato rimane la sua arte, e al persecutore soltanto più rabbia di prima!
Trovate persone semplici pulite e felici, per trasmettere il senso della vita ai nostri bambini, non cervelloni frustrati che immaginano la vita dentro una provetta!
Rué, 10 giugno 2013