LA RICCHEZZA!?

 

Ho visto persone che dormono col sorriso sulle labbra e le ami quando le vedi, ma poi al mattino si svegliano e tutto cambia; d’improvviso dopo una stiratina tra il sonno e la vita, compare la morte nei loro occhi e la durezza sui loro volti prende il posto della luce che il sonno restituiva in un sorriso amabile: della luce che illumina il viso.

Cominciano ad occuparsi dei loro affari e ancor più di quelli degli altri, perché il buon esito dei loro affari molto dipende dalla cattiva sorte che incontreranno gli altri; cominciano fin dalla colazione a trasformarsi!

In una persona diversa e lontana come un ladro: dalla innocenza serena e costruttiva della notte: quelle poche ore di vita che gli rimangono della giornata e che invece sono quelle da lui più odiate perché gli appaiono come una perdita di tempo e di concentrazione dai veri problemi della vita, che sono appunto i suoi affari…

Un uomo che ha tutto e vuole sempre di più; parla con gli amici di alcuni paesi in via di sviluppo - e parlando degli abitanti locali, sembra quasi che li consideri poco di più che degli animali; animali pronti però a soddisfare le sue esigenze per quanto riguarda gli sviluppi che ha in mente per i suoi affari, proprio in quei luoghi dove la gente si accontenta di un piatto di minestra e una festa di piazza: animali pronti a lavorare sodo ma senza velleità umane…

Perché senza ricchezza come si fa a vivere e sognare?

Peccato però che i suoi sogni – così lontani dalla verità della notte – non gli rendano un sorriso ma una smorfia di dolore!

Si nascondono dietro i loro oggetti e vogliono farci credere che con il denaro si diventi ricchi e si allontani la povertà!

Ma sono solo dei superficialotti, che ancora non hanno capito!

Che la ricchezza non sta in tutto ciò che possiedi, ma al contrario: in tutto ciò a cui puoi rinunciare senza stare male!

Il cosiddetto ricco è colui al quale se togli un solo oggetto di quelli che è riuscito ad acquistare, sta male!

Perché “non ha il fisico” per resistere a quella mancanza; è troppo vulnerabile e la sua serenità non arriva mai, perché il suo arrivo è sempre previsto per il prossimo acquisto – per il prossimo affare concluso, non per tutti quelli già ottenuti.

Ricco vero è colui che non ha bisogno di tante cose per vivere bene: gli basta la mano di Dio sul suo cammino, pochi amici e “qualche spicciolo per sopravvivere”, un progetto sul futuro che non faccia a pugni con la verità della notte e i suoi sogni (quelli sì, veri!); ricco è colui che riesce a sorridere anche nelle difficoltà, altro che colui che pur avendo tutto non riesce nemmeno a scoprire qualche dente tanto è serrata la sua bocca!

Ricco è colui che mette a disposizione tutte le sue capacità per preparare un terreno fertile sul quale piantare il suo futuro in maniera permanente; non colui che passa velocemente da un affare all’altro accontentandosi di portare a casa un profitto veloce senza fermarsi a riflettere sulla fecondità di quel profitto!

Beethoven scriveva con grande difficoltà, mentre Mozart con grande semplicità; ma alla fine scelgo mille volte Beethoven che aveva il coraggio di scavare dentro sé stesso molto più in profondità della superficialità di Mozart… Dunque non è la “prima dote”: Mozart e la sua semplicità col “mezzo”; ma la “seconda dote”: il terreno giusto (il fine!) sul quale far crescere la pianta e ben radicare in profondità!

Si potrebbe dire che la semplicità di Mozart è paragonabile a quella del contadino che riesce a seminare in maniera estremamente veloce,  perché dispone di una terra molto fertile in superficie –ma non considera la fertilità del terreno in profondità; e così accade che soltanto occasionalmente le piante cresceranno alte con radici profonde…

Per contro si potrebbe paragonare l’arte di Beethoven ad un contadino che non si accontenta di vedere una terra molle e pronta in superficie, ma scava in profondità per preparare il terreno e si occupa di girare la terra anche sotto e concimare per bene, effettua prove su prove e soltanto quando è certo di avere a disposizione un terreno idoneo: comincia a seminare e le sue piante risulteranno ben più radicate in profondità e cresceranno molto più alte e solide.

Ora la ricchezza che ci occorre è in questa “seconda dote” perché l’inganno di un terreno subito fertile e presto seminato, non raccoglierà una ricchezza così duratura e profonda come quella di chi sa attendere e lavorare un terreno con pazienza per renderlo perfetto per costruire in quel luogo la sua vera ricchezza!   

Alla fine il cosiddetto ricco è soltanto uno che si accontenta!

Che sposerebbe una donna soltanto perché ha un bel viso e un bel corpo, ignorando o sottovalutando tutto il resto…

E che acquisterebbe un’auto solo per la sua linea o soltanto per le sue prestazioni esagerate, ignorando i consumi e le dotazioni e gli spazi e la versatilità…

Che non ha sogni veri e profondi e preferisce la superficialità dell’acquisto del nulla, all’unico che conti davvero: l’acquisto della speranza e della felicità.

Un futuro pentito!

Lavoriamo per costruire un mondo senza facili illusioni, ma con una speranza vera e duratura!

La vera ricchezza a cui non interessa il possesso materiale, ma fa pace con la notte e i suoi sogni...

La vera ricchezza che non costruisce il suo futuro all’ombra di un grande albero che promette un’ombra gigante ma che quando arriva l’inverno si spoglia e ti lascia nudo; ma posa il suo capo all’ombra di una pianta giusta che non promette ombre giganti, ma quando arriva l’inverno è ancora lì, a proteggerti e occuparsi di te!

Questa Domenica fermiamoci e riflettiamoci, perché per correre verso la morte c’è sempre tempo: la morte non si stanca, ci aspetta; è la vita che se ne và: per sempre!!

Rué, 9 febbraio 2013

LA RICCHEZZA!

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