La fede è una regione del cuore che confina: a nord con la fiducia, a sud con la coscienza, ad est con la coerenza e ad ovest con i fratelli!
Abbiamo due nature: una sociale e l’altra individuale.
Sicuramente la natura sociale funziona come una lente di ingrandimento dei nostri pregi, o comunque di quegli aspetti che noi vogliamo che gli altri riconoscano in noi; quando siamo in compagnia scattano dei meccanismi che ci portano a comportarci in maniera tale da esaltare gli aspetti che noi riteniamo indispensabili per essere lodati, capiti, amati…
Sicuramente pure - quando siamo soli - scattano dei meccanismi opposti che rivelano gli aspetti meno lodevoli e più aridi della nostra persona: come se la solitudine ci lasciasse liberi di comportarci male, sicuri di non poter essere visti né giudicati da chi - con il suo parere su di noi - ha il potere di influenzare positivamente il nostro comportamento.
In altre parole, la compagnia tira fuori il meglio di noi e la solitudine il peggio; peggio che poi è la verità: quella secondo la quale sempre ci comporteremmo se non ci sentissimo controllati e giudicati.
Intendiamoci, a volte ci sono ragazzi (ma anche adulti) che sembrano rispondere esattamente all’opposto di quanto dicevo; cioè che in compagnia ne combinano di tutti i colori mentre da soli tornano ad essere dei miti; ma in realtà è così solo all’apparenza, perché per quei ragazzi i loro comportamenti più meritevoli sono quelli che invece dovrebbero farli vergognare.
Ma purtroppo a volte nei ragazzi i valori risultano invertiti, e ciò che è buono può apparire fesso, mentre ciò che è duro severo altezzoso furbo vigliacco bastardo anche…, può apparire figo intelligente e coraggioso…
Sicuramente la colpa di questa confusione non è loro, ma piuttosto negli esempi a cui li abbiamo abituati!
Ma per tornare al ragionamento di prima…
Se la compagnia esalta i nostri lati migliori e nasconde quelli peggiori, è soltanto perché temiamo il giudizio dei nostri amici; dunque il giudizio degli altri è la differenza tra un comportamento corretto ed uno scorretto…
Chi butterebbe mai per la strada uno scontrino inutile o la carta di una caramella davanti agli amici?
Chi farebbe la parte del codardo davanti agli amici?
Chi tradirebbe il proprio partner davanti agli amici?
Chi - davanti agli amici - sparlerebbe di tutti sapendo poi di essere sospettato di farlo anche nei loro confronti?
Chi si mostrerebbe secondo le proprie debolezze, temendo poi che diventi un boomerang - di fronte agli amici?
Chi con gli amici non si finge sempre pronto e generoso, anche a costo di rimetterci?
Chi - davanti agli amici - non è pronto a compiere un gesto di bontà gratuita nei confronti di un estraneo, pur di mostrare la sua infinità pazienza magnanimità e umanità?
Chi si oserebbe ad approfittare di una situazione vantaggiosa - ma non del tutto corretta – davanti agli amici?
Chi raccoglierebbe un portafoglio smarrito da qualcuno all’ufficio postale, per tenersi il denaro trovato - di fronte agli amici?
Chi – dopo aver sporcato o danneggiato inavvertitamente un bene pubblico – non è pronto ad autodenunciarsi, se ciò avviene in compagnia di amici?
Chi – quando uscendo da un parcheggio – tocca senza volerlo l’auto vicina rovinandola, non lascia un bigliettino coi propri dati sul parabrezza di quell’auto, se è accaduto davanti agli amici?
Chi diffamerebbe qualcuno o racconterebbe grosse bugie su di lui - in presenza degli amici - se sapesse con certezza di poter essere contraddetto e smentito?
Chi si oserebbe a sparlare dei propri genitori, quando sono conosciuti come premurosi e amabili dai tuoi amici che ti stanno ascoltando?
Chi approfitterebbe della propria posizione sociale per sottomettere qualcuno o per ottenere prestazioni sessuali: da chi è bisognoso - di fronte agli amici?
Ci sono molte persone che tutte queste cose non le farebbero mai nemmeno davanti alla gente in generale, altri che invece si asterrebbero soltanto di fronte ad amici e parenti…
Ma il problema è – e rimane – soltanto: la solitudine!
La maggior parte delle persone anche non credenti, rispetterebbero i comandamenti della Chiesa Cattolica, almeno dal quarto in poi (7 dei 10 comandamenti) se si trovassero in compagnia di persone delle quali temono il loro giudizio (temono nel senso che tengono alla loro approvazione!).
Allora perché il mondo va esattamente al contrario?
Perché tutto va a rotoli, se la grandissima maggioranza delle persone, è pronta ad un comportamento: onesto, corretto, generoso, sincero, e forse piu?
Perché purtroppo siamo un po’ farisei; e allora non ci importa del denaro, delle comodità, non approfittiamo mai di nessuno, siamo fedeli al partner e ad ogni persona, siamo rispettosi di tutti e di tutti i loro bisogni, siamo sinceri e affidabili, siamo ampiamente generosi e comprensivi, ecc…, quanto tutto ciò diventa per la nostre lode: diventa spettacolo!
E siamo tutto l’opposto quando nessuno ci controlla e non ci sentiamo giudicati da nessuno!
Tutte le azioni positive che siamo pronti a fare per la nostra lode davanti agli amici, diventano menefreghismo e cattiveria e avidità e falsità e disonestà, quando siamo soli.
Abbiamo poco rispetto della nostra persona!
Se ci considerassimo importanti almeno come quelli dai quali pretendiamo il rispetto, forse ci metteremmo sulla strada giusta…
Se ragionassimo così: se qualcuno mi loda per un mio comportamento, e io mi adeguo; è perché anche io ritengo quel comportamento giusto; se quel comportamento è giusto in assoluto e io lo diserto quando sono solo, perdo il mio rispetto: perché io la penso come gli altri!
Se io perdo il mio rispetto: divento cattivo, invidioso, attaccato alle ricchezze e pronto a far del male: perché non mi stimo più e quindi mi considero già pre-giudicato: se sono già stato giudicato e condannato, tanto vale perseverare godendosi almeno i “frutti” di quel male…
Perché il bene ormai è troppo lontano per essere raggiunto!
Se ci accorgiamo di questo, forse non ci accorgiamo ancora di Dio, però ci rendiamo conto dell’esistenza di una coscienza individuale alla quale non si può mentire; perché il nostro giudizio è il più importante: in assoluto!
Perché è il giudizio che mi abita: quello di Dio; e la mia coscienza è il mio personale navigatore satellitare che mi indica la strada, e quando sbaglio mi dice ancora “ricalcolo percorso”, perché mi dà sempre un’altra opportunità; certo se io non lo seguo proprio mai, allora alla fine giungerò davvero in un’altra località: che non è quella desiderata – quella impostata precedentemente!
Quando siamo soli non temiamo il giudizio, ed allora ci rammolliamo: ma è proprio del nostro giudizio invece che dobbiamo avere più paura, perché sarà quello che ci rende felici e sereni perché consapevoli della propria meritevolezza; oppure frustrati e incattiviti perché consapevoli della propria recita di fronte agli altri, alla quale poi non segue la nostra effettiva statura.
L’umanità – come collettività – potrà cambiare realmente quando i suoi componenti si accorgeranno di questi meccanismi, e si regoleranno di conseguenza: da soli questi meccanismi – se rispettati - sono in grado di livellare le ingiustizie e di far fiorire i frutti dell’amore.
L’umanità – come individui – potrà salvarsi soltanto quando un individuo riuscirà almeno ad essere accettato da sé stesso, e sicuramente il rapporto con gli altri migliorerà e sarà più sereno; fior di psicologi e psichiatri hanno studiato e studiano e cercano di dare nomi e spiegazioni a meccanismi che sono insiti nell’uomo, e alle volte potrebbe molto di più un buon confessore (se ne trovano ancora!!) che mille "professionisti"…
Piacersi, piacere agli altri e piacere a Dio, alla fine si fondono in una sola parola alla quale segue una sola azione: fedeltà!
Sicuramente una buona strada per avvicinarsi a Dio: con l’intelletto nel riconoscimento dell’esistenza di una propria coscienza (programmata!); e con il cuore - dal quale discende una fiducia innata e una serenità inaspettata (anche nei giorni di pioggia, anche nella cattiva sorte) – se si fa seguire nel privato ciò che pretendiamo nel pubblico.
Fiducia: quasi FEDE!
Rué, 9 giugno 2012