LA CHIESA VUOTA...

Quattro allievi, quattro ore di lezione…

Esco, quattro passi, fa ancora freddo ma non resisto seduto tante ore, è più forte di me…

Anche quando studio diverse ore, devo sempre staccare e muovermi fisicamente sennò impazzisco…

Era così anche da bambino del resto, la Maestra diceva a mia mamma “Roberto è molto intelligente però non resiste fermo, lui ascolta capisce fa l’esercizio finisce subito, e poi comincia a muoversi e va in giro per la classe a cercare la compagnia degli altri disturbando tutti…, signora lo porti in giro il più possibile perché Roberto ha bisogno continuamente della vita all’aperto e di muoversi, portatelo in campagna in montagna fatelo sfogare sempre…”

La Maestra aveva ragione, non sulle mie qualità intellettive – delle quali non conosco la portata né effettivamente sarebbe un merito mio qualora ci fossero…

La Maestra aveva ragione perché quello era ed è il mio modo di imparare e lei – anziana Maestra prossima alla pensione ma con due occhi simili ad un abbraccio - aveva proprio la capacità di stringersi intorno ad ogni bambino come un abbraccio, e si sa… quando si abbraccia si sente davvero l’altra persona!

Lei mi sentiva dentro e mi raccontava a mia mamma che certe cose le sapeva meno della Maestra, le raccontava chi era quel bambino che si innervosiva e scalciava dietro un banco ma poi consegnava il lavoro per primo e tutto giusto…

 

Dicevo dopo quattro ore di lezione mi sono concesso quattro passi…

E se è vero che quattro e quattro fann’otto, è altrettanto vero che quei passi sovente finiscono per entrare in una chiesa e così mi fermo davanti al Crocifisso con la chiesa vuota…

Non me ne vogliano i celebranti, ma la chiesa vuota è tutt’altra cosa!

Si percepisce il Signore tutt’intorno e dentro, e soprattutto non si deve recitare a memoria una serie di “botta e risposta” a cui ci abitua la santa messa; una serie di formule sulle quali nessuno più si ferma a riflettere perché partono in automatico e allontanano la mente da ciò che realmente si sta facendo: celebrando l’Eucaristia di Gesù!

L’impaziente Roberto – poi diventato Rué – non resiste fermo nel banco a ripetere in maniera ossessiva sempre le stesse parole senza uscire – e qui metaforicamente – per andare a sfogarsi col Signore…

Viene proprio la voglia di andare a “disturbare” gli altri e svegliarli dal loro sonno; invitarli a leggere tutti insieme la parola del Signore e ascoltare il Sacerdote, ma poi parlarne tutti insieme sciolti dalle regole precostituite e ingessate da un rito che allontana chiunque dalla realtà.

Gesù ci ha insegnato il Padre Nostro – è vero – ma perché i discepoli vedevano Lui che pregava e non sapevano come pregare, quindi hanno chiesto a Lui di insegnarglielo: Gesù l’ha fatto con parole così semplici e così grandi, proprio perché seguono quel percorso che dal cuore emette un segnale di abbandono completo e fiducia in Lui.

E noi l’abbiamo disimparato un’altra volta, l’abbiamo tradito completamente, perché se i discepoli si riconoscevano nell’ignoranza di non saper pregare – e chiedevano a Lui; noi ci riconosciamo nell’arroganza di saper come pregare recitando di filato per un’ora formule memorizzate e catalogate, capaci di svuotare completamente la nostra mente da ogni riflessione e da ogni coinvolgimento spirituale…

A volte ho l’impressione che persino il Sacerdote si annoi un pochino e reciti alcune preghiere belle spedite senza senso...

E a volte vedo celebranti che durante l’omelia guardano continuamente l’orologio, si adagiano su parole scritte in precedenza e si allontanano da ogni forma di condivisione.

Poi alla fine della messa, ci vengono ricordati una serie di appuntamenti di approfondimento della Parola con cadenze in orari e giorni che nessuno che lavori può prendervi parte; mi sento proprio preso in giro!!

Ma come, non dovrebbe essere quella la sede per approfondire la Parola insieme, anche dialogando tra noi e interrogandoci e ascoltando nuove idee e proposte interne e generate dalla Parola stessa?

La maggior parte delle persone ha soltanto quell’ora domenicale per approfondire il Vangelo e questo viene puntualmente tradito da ogni messa; infatti molte persone che frequentano la messa non sono certo le più appassionate e seguaci della vita di Gesù!

Se la messa tornasse ad essere quello che è stata all’inizio quando i primi cristiani si ritrovavano insieme - poche formule e molta sostanza - i cristiani sentirebbero nella chiesa davvero la presenza del Signore, senza dover aspettare di trovarlo in solitudine a chiesa vuota!

Le stesse parole che recitiamo a vuoto, potrebbero essere oggetto di approfondimento comune interrogandosi sul loro autentico significato; quando diciamo per esempio “e con il tuo spirito” in risposta al Sacerdote che dice “il Signore sia con voi”…, sappiamo cosa diciamo?

Ci sono centinaia di risposte storiche e dotte, ma quella che mi sembra la più sensata è quella che mi viene dettata dal cuore: se tu auguri a noi che il Signore ci sia vicino, noi ci auguriamo che il tuo spirito di celebrante coincida con quello del Signore, cioè che il tuo spirito sia direttamente illuminato da Lui.

Ma quanti si fermano a pensare anche solo nel Padre Nostro sul significato delle parole “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”?

Se poi nella vita quotidiana non si perdona nemmeno la più piccola antipatia, cosa significa pregare il Signore perché ci perdoni nella stessa maniera?

Aver capito niente di quello che si dice!

Non sarebbe tante volte più coerente pregare così: "insegnaci Signore a perdonare come fai tu, affinché anche noi un giorno potremo essere degni del tuo perdono"?

La messa – Eucaristia a parte – è diventata nei secoli soltanto una fonte di sostentamento per i Sacerdoti, che hanno semplificato la spiritualità per poterla allargare ad un numero maggiore di persone!

E difatti anche oggi il problema principale di molti Sacerdoti, è proprio quello di tornare a riempire le chiese; mentre io penso esattamente l’opposto: svuotare la chiesa da ogni apparenza e rivestirla della sua missione principale: diffondere il Vangelo di Gesù Cristo, e incontrare il Signore insieme…

Trovarsi la domenica per prendere parte all’eucaristia, approfondendo allo stesso momento la Parola con dialogo spontaneo tra i fedeli e segnalando problemi della e nella società sui quali si pensa di dover intervenire…

Da una chiesa vuota può ripartire a parlare il Signore, e noi dovremmo aggiungere la nostra presenza senza sostituirla a quella del Signore – come accade oggi!

Rué Libertà, 22 febbraio 2014

LA CHIESA VUOTA...

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