Un buon anno dev’essere come la buona musica: indimenticabile e irripetibile!
Questo è l’augurio che faccio a chi di musica vive e a chi respira musica per vivere!
Il progetto di una vita non si esaurisce col termine o l’inizio di un anno: non ho mai creduto nel capodanno!
Ho sempre considerato l’età una zingara, non mi interessano i numeri e le date: soltanto il contenuto…
Ed è quello che cerco di fare, sempre!
Dunque non faccio progetti per il nuovo anno, lascio che le ore e i giorni mi interroghino e io mi sforzerò di trovare le risposte; lascio che la musica scorra e mi prenda le mani per unirle sopra al cuore e tessere un filo sottile che mi avvicini a Dio…
Permetto che l’amore guidi il mio cammino, perché so che un sorriso vale più di mille vendette e di mille vittorie: alla fine la vittoria è proprio l’assenza di pretesa; cerco di custodire con fiducia ciò che ho ricevuto gratis e considero il dono più grande me stesso: su una mano si appoggia la vita, con l’altra mano cerco di donarla…
Ho imparato che la testa non sopravvive al cuore, quando il cuore si ferma sopraggiunge la morte cerebrale; mentre il cuore è il progetto di carne che più si avvicina all’anima, e sopravvive alla mente: lascio quindi che la mente sia guidata dal cuore perché più coerente con l’infinito, dal quale vengo e al quale appartengo…
Non sono progetti per un anno nuovo…, ma considero il futuro come un ragazzo che si siede la sera davanti al mare e – arrotolati i pantaloni fino alle ginocchia - lascia il vento la sabbia e l’acqua a sfiorare l’anima…
Rué Libertà, 1 gennaio 2014