Il lamento dell'Altro: Note D'Autore!

Sette miliardi di persone circa abitano la terra!

E sette miliardi di lingue umane parlano sette miliardi di lingue differenti…

La gente crede di capirsi con il linguaggio, ma altro non è che una razionalizzazione dei versi che ci sono dentro di noi; la lingua non spiega nulla di per sé, tenta di tradurre emozioni e pensieri in messaggi…

Che purtroppo - puntualmente - non arrivano!

Mai!

Il motivo è tanto semplice quanto difficile è la sua soluzione: ognuno sente battere il proprio cuore, soltanto quello!

Come faccio a emozionarmi con le emozioni degli altri, a entrargli dentro e capirli davvero, e provare a piangere la loro miseria e gioire della loro felicità?

Soltanto la musica e le immagini, non hanno bisogno di traduzioni; tutto il resto invece, sì!

Anche un libro ci entra dentro in un modo diverso, filtrando dalle parole le emozioni che dobbiamo immaginarci perché non stiamo dialogando con il suo autore: è meno immediato della parole a faccia, ma alla fine più autentico, proprio perché non siamo deviati dalle simpatie o antipatie e da tutte le emozioni che nascerebbero da una conversazione diretta.

Dovremmo tornare tutti a cantare, la gente si capirebbe di più e si odierebbe di meno; parlare non basta, non traduce esattamente ciò che si prova, bisogna cantarlo e suonarlo e riprodurlo con immagini.

Sarà per questo forse che le persone quando guardano un film, vengono catturate fino a identificarsi col personaggio e patire e gioire con lui, molto di più che nella vita reale?

Ci sono realtà che soltanto le note e le immagini sanno raccontare!

Provate a sottrarre da una scena coinvolgente di un film: la sua colonna sonora, togliendo per un attimo il volume; vi accorgerete di quanto vi regala la musica e come sia possibile entrare dentro la persona che si sta seguendo, con il suo ritmo e i suoi sentimenti: senza filtri.

Qualcuno si lamenta quando in tv passano immagini troppo forti di bambini del terzo mondo ridotti ad uno scheletro con una pancia, quando si incontra in un villaggio di vacanze dei disabili o quando ci si trova in un posto con troppi anziani con tutti i loro guai e la loro età, o ancora quando dei bambini down circolano tranquillamente nella realtà da cui qualcuno vorrebbe sottrarsi…    

Qualcuno si lamenta perché le immagini e i lamenti – che sono pur sempre musica, sono la realtà che non si vuole conoscere, e dalla quale si fugge: si fugge dalla vita e da noi stessi, perché la vita è anche quella, e anzi quella è la vita per eccellenza perché ha bisogno di tanta forza per resistere: forza che qualcun altro deve “regalare” a chi non ha avuto altrettanta fortuna, o l'ha persa.

Ma questa signorina che cammina un po’ sculettando per le vie del centro di Milano - ma anche di Torino e di qualsiasi altra città del resto – questa signorina un po’ elegante e snob che si chiama “fortuna”; mai nessuno l’ha intervistata per capire da quale ceppo discenda e con quale braccia si sia costruita?

Meglio soprassedere…., la natura che spalanca la mano mentre semina, lancia i semi che se ne calano così a casaccio (apparentemente), in realtà per vedere chi e che cosa nasce dall’amore che dovrebbe riempire e colmare le differenze di cui nessuno è padrone, nessuno è più meritevole, nessuno è l’Autore!

Il lamento dell’altro, sono Note d’Autore: che Qualcuno ha suonato per dare un senso umano al cuore, per trascendere lo stato vegetativo dal quale ci dobbiamo emancipare.

L’evoluzione non è nell’intelligenza, ma nella misericordia suscitata dalle emozioni che quelle Note ci infondono…., se non ci turiamo le orecchie a forza!   

Altre volte invece quella “fortuna” è stata disegnata da chi ha “saputo” ornare la sua mano di un bel fiore, mentre vendeva la corruzione e la morte – del corpo e dell’anima – e ha “saputo” investire la sua ricchezza nella povertà che l’ha sopraffatto: la paura!

L’idea del denaro dovrebbe allontanare le paure: della fame, delle malattie, del bisogno, ecc…; e invece ne inventa una più grande: la dipendenza da quella droga che copre di smalto sintetico ogni vita e che ne succhia la linfa vitale.

Chi vuole essere il più grande schiavo, ricerchi in quella moneta la sua felicità!

Il denaro rende l’uomo debole e vulnerabile, ma ricco: di invidie, di odio, di astuzia, di frivolezza, di superbia e di paure che non lo lasciano più nemmeno per un istante: ogni “esigenza” prende la forma del denaro e quella porta che si apre davanti ai suoi occhi non lo conduce alla casa dei sogni, ma nel palazzo dei bisogni: legato a mille catene come uno schiavo.

La lingua - dicevo – non risolve nulla da sé; le note e le immagini che abitano i nostri cuori invece, sono capaci di avvicinarci alla vera ricchezza: la libertà…

Se non ci capiamo a parole, suoniamo e qualcuno si accorgerà della nostra anima: la musica non è un linguaggio, ma un’espressione che colma tutte le lacune interpretative, anche quelle della lingua.

Chi riesce ad ascoltare il lamento dell’altro – la sua musica – e a contemplare la sua vita - le sue immagini; si è già alleggerito di quella corazza che teneva sul cuore…

Chi riesce a condividere la sofferenza altrui, e impara a donare e a donarsi, scoprirà che è un po’come nello sport: si tratta in realtà di una “sofferenza” che dà gioia.

Come un fiore colora il prato su cui cresce, anche lui ha dipinto la sua vita di Senso e ha sciolto un nodo in più dalla sua cintura: un passo oltre, verso la libertà!

Senso che non diserta i sensi, ma non ne diventa succube, schiavo…, semmai ne cura la regia!

Un sentiero luminoso su per i boschi oscuri,

I miei passi svelti copiano la terra 

Prendono la forma della Croce  

Non è dolore se rende gioia!

Ruè, 7 giugno 2012

 

Il lamento dell'Altro: Note D'Autore!

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