DOVE SEPPELLIRE L'ANIMA?

Difficile pure da pensare, in realtà basterebbe un posto piccolo piccolo che contenesse una minuscola “cosa” che tutti sanno che c’è, ma nessuno sa dov’è; solo che poi se davvero si reincarnasse non sappiamo quanto grande possa diventare…

No, infatti ci vorrebbe un posto davvero grande come il mare, che possa comprendere ogni sua eventuale trasformazione e vita successiva; solo che poi se invece non capitasse nulla, a cosa servirebbe uno spreco enorme di spazio per un “qualcosa” di cui si può solo parlare ma in pratica non è misurabile?

 

Quando una persona muore, il suo corpo viene seppellito in terra oppure conservato in un loculo oppure bruciato; e in tutti i casi la sua materia non viene mai distrutta, ma cambia la sua formula chimica…

Dunque la vita terrena resta in terra ma il suo corpo si dissolve ugualmente!

Sappiamo tutti quando una persona muore, proprio perché muta la chimica del suo corpo e cessano le funzioni vitali che servono ad alimentarsi e a riprodursi.

 

Ma quando muore l’anima?

E come ce ne accorgiamo?

Già, bel problema!

Per il corpo abbiamo riferimenti precisi che la scienza ci suggerisce - e non ci dovremmo sbagliare; ma per l’impalpabile anima: quel contenitore di emozioni e amore e vita vera vissuta e di pensieri e di memoria, che alberga in noi?

O siamo così innocenti da pensare che i pensieri e le emozioni nascano e muoiano nel cervello?

Sicuramente il nostro cervello è lo specchio terreno che permette alla nostra anima celeste di espandersi sulla terra, ma sicuramente nessun organismo materiale ha mai dato vita a fenomeni immateriali come l’amore e le emozioni…

Dunque se le emozioni e l’amore e i pensieri esistono, non è grazie al nostro cervello, ma il cervello insieme a tutto il nostro corpo ci permette di manifestare queste “cose” in terra!

Dunque quel “contenitore” di vita dove va quando muore?

Se il nostro corpo morendo - pur dissolvendosi - rimane in terra, è perché segue le leggi della terra - dove ogni corpo animale o vegetale è destinato alla corruzione e alla morte; pare dunque inevitabile che l’anima essendo immateriale debba seguire le leggi celesti: tutte le religioni e tutti i filosofi di ogni tempo hanno sempre Compreso che l’anima sfugge alla morte ed esprime la sua vita in terra soltanto per un breve periodo destinato a…?

Se la nostra anima è dunque immortale…

E certe cose comprese all’unisono dall’uomo, superano e sovente anticipano quelle misurate dalla scienza, così come per molte cosiddette credenze della sapienza contadina poi convalidate dalla scienza secoli dopo, e prima seppellite sotto cumuli di derisione e accusate di ignoranza…

Se – dicevo – la nostra anima è immortale, e quindi segue logiche celesti e non terrene, perché vogliamo allora seppellirla come fosse un organismo cellulare?

Nessuno con un po’ di senno vorrebbe seppellire l’unica parte di sé che va oltre al sé che misuriamo nel nostro corpo; eppure molti ci cascano e si immedesimano troppo nella cosiddetta “realtà”, fino a dimenticare che questa realtà è provvisoria e prelude la vita vera e definitiva!

La quale vita – vera e definitiva – non sarà certo del tutto estranea a quella che si esprime oggi nei nostri corpi: qualunque realtà è la conseguenza delle azioni e del vissuto precedente; anche qui si trovano in perfetto accordo le religioni e i filosofi.

Concentrarsi soprattutto sull’oggi senza pensare al domani, corrisponde alla MORTE DELL’ANIMA; pensare che una vita comoda qui, risolverà tutti i problemi della nostra vita…, è un’illusione talmente miope che somiglia un po’ a quella della tossicodipendenza…

Infatti i poveri sfortunati che cadono in questa malattia, si convincono sempre più che ciò che li fa stare bene è soltanto la droga – dalla quale dipendono completamente senza riuscire più a pensare in maniera indipendente.

La malattia dell'anima che più somiglia alla tossicodipendenza del corpo, è la ricerca del denaro oltre al suo reale bisogno: crea la stessa illusione e la stessa dipendenza…

Tant’è vero che – come accade per la droga – ci si abitua subito alla nuova situazione economica raggiunta, e immediatamente si immagina un nuovo confine da raggiungere…

Quando si arriva all’overdose, si fa la fine di molti tossicodipendenti; solo che qui è ancora peggio perché a rischio è la vita dell’anima…

Il corpo sopravvive all’anima morta, augurandosi che questa situazione perduri il più possibile in un continuo crescendo di allucinazione.

Per fortuna esiste una categoria di persone che hanno il compito di ricordare all’umanità l’importanza di questo “contenitore” e promuovere la sua sopravvivenza: gli artisti!

Questa categoria di persone è in realtà già una via di mezzo tra la terra e il cielo; infatti le loro caratteristiche sono per molti versi simili a quelle degli angeli…

Sono persone alle quali è stato dato un diaframma più leggero tra il corpo e l’anima, e riescono effettivamente a distinguere le due realtà in maniera netta senza permettere che il corpo prenda il sopravvento sull’anima…

Se venisse a mancare questa categoria di persone, allora accadrebbe che tutti coloro che per un qualunque motivo, non riescono a dare la giusta importanza alla sfera emozionale e spirituale dell’uomo, si troverebbero con l’anima a digiuno…

E si sa che a digiunare troppo, alla lunga si muore di fame!

L’artista non si sovrappone al compito del sacerdote, che è un compito diverso, prettamente religioso e anche sacramentale; l’artista ha “soltanto” il dono di rendere evidente ciò che sotto agli occhi dei più, scompare; ha il compito di evidenziare nella sabbia la parola “amore” - che qualcuno sempre cancella con il suo passaggio…

L’artista non può essere una via di mezzo, o lo si è o non lo si è, ma non lo si fa!

L’artista riesce a godere dei pochi soldi che guadagna, ed essere ugualmente più felice di chi ha accumulato denari per tutta la vita…

L’artista riesce anche a contagiare gli altri con la sua natura semiangelica che lo rende un po’ più distratto dall’esigenze del corpo, e intensamente più attirato da quelle dello spirito, dell’essere, dell’anima, dell’eterno!

Si può vivere forse di sogni soltanto?

I sogni di ieri non sono altro che la realtà di oggi, e i sogni di oggi saranno la realtà di domani; questo vale per la terra come per il cielo!

L’applauso più grande che può ricevere un artista, è quello di suscitare nelle persone che incontra ammirazione e stupore non tanto per quello che fa, ma perché la trasparenza del diaframma corpo-anima – che egli possiede, permette anche agli altri - tramite lui - di affacciarsi sull’eterno…

E questa possibilità - che tutti hanno - di ricevere “la vista dell’anima” dal mondo dell’arte, può influire moltissimo sullo stile di vita da intraprendere; e stimolare a pensare alla propria vita non già come una manciata di anni da spalmare su una comoda poltrona in prima fila, ma come l’attore principale di una regia che sempre si rinnova senza fine…

Le difficoltà dell’artista non cominciano quando mancano i soldi, ma quando manca la creatività; e anzi una vita moderata economicamente tira il fuori il meglio di sé!

Un esempio pratico?

Ogni musicista prima di diventare famoso, scrive le cose più belle - quelle per le quali viene poi ricordato; appena arriva al trionfo del successo però, il suo spirito si adagia perché lui comincia – come tanti altri – a godere più delle cose pratiche che di quelle dell’anima…

Qual è il vero successo per un artista dunque???

Rué Libertà, 1 marzo 2014  

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