Ci sono due chiese.
Una chiesa istituzione coi suoi cardinali e i suoi poteri e le sue ricchezze ostentate…
E una chiesa della gente, fatta di sacerdoti e laici che si danno da fare per la comunità e cercano di lenire le difficoltà e i dolori di un percorso tutto umano, dunque anche spirituale.
Ci sono i “cristiani di notte”: quelli che di giorno ne combinano di tutti i colori e poi di notte pregano e tremano perché hanno paura…
E ci sono i “cristiani di giorno”: quelli che “splende dove il sole anche quando piove” e il loro comportamento è tale che non sono riveriti da nessuno ma amati da tutti; la notte dormono sereni e pregano Dio di indicargli la via per essere più utili agli altri.
C’è una musica che si arrampica sulle prime pagine dei giornali, e vota il suo successo in base alla considerazione ottenuta – in qualsiasi modo – dai cosiddetti “grandi” e in base al ritorno economico accertato…
E c’è una musica che se ne fotte! Si cala fino al centro dell’anima, la buca e ne lascia uscire un liquido dolce e amaro ad un tempo, si chiama: Sorgente.
C’è una società che si vede e sp(l)ende e si impone a voce alta, si corazza di denari e oggetti preziosi e amicizie influenti…
E c’è una società che vive in filigrana, si appoggia all’unico bastone che ha: l’amore vero; vive per esso e lavora dietro, cambia la vita dal di dentro senza il rumore della politica e degli affari, sceglie l’esempio al posto dei comizi.
C’è un amico che rotola al tuo fianco ogni volta che c’è da festeggiare ed è sempre allegro, purché non gli indichi col dito quell’altro tuo amico che ha fame e bisogno; a quel punto l’amico ti guarda perplesso e poi fugge…
E c’è un altro amico che si dimentica della notte e del sonno, e ti viene a trovare quando il buio ti avvolge; ti cerca quando hai freddo e fame e ti scalda colle sue braccia e il suo fiato, e ti sfama con la divisione di ciò che ha.
C’è un uomo che compra un castello per il weekend e si gloria della sua forza, serra le braccia per contemplare i suoi muscoli e si compiace nel vedere l’invidia altrui…
E poi c’è un altro uomo che vive in una capanna, e usa la sua forza per costruirne un’altra per il suo amico che vive senza un tetto.
C’è qualcuno che provenendo da ogni comodità e agio, “sfrutta le correnti” e poi si vanta di avere costruito un impero da solo, senza l’aiuto di nessuno…
Ma c’è qualcun altro che, venendo dal nulla e nulla possedendo, si adopera in ogni modo e riesce con fatica e sudore a mettere mattone su mattone e costruire la sua casa, e poi ringrazia Dio per avergli dato quella capacità.
Si può vivere in un superattico, e non sentirsi al sicuro perché le fondamenta non sono sicure; e si può essere per la strada e sentirsi protetti da quell’amore che torna sempre, perché è gratis!
Si può prendere dieci lauree, inseguire la carriera per tutta la vita e accumulare ricchezze e sicurezze terrene a volontà, e sentire dentro un vuoto che spaventa come un precipizio imminente; ma si può anche vivere firmando ogni azione con la buona volontà di chi pretende da sé stesso il rispetto per sé stesso, perché regalare l’amore non è altro che continuare la creazione così com’è stata fatta da Dio!
Una cosa è buona quand’è divisibile per tre: pace con sé stessi, pace con gli altri, pace con Dio!
Quando una cosa che si fa, dimentica una di queste; quando non ci dona una pace di queste, allora la pace non è completa: è sospetta; e la cosa non è buona!
Rué, 20 gennaio 2012