COME UN BAMBINO DAVANTI AL MARE...

 

Facciamo tante belle promesse, ci impegniamo per lunghi giorni e mesi per ottenere un risultato che aderisca a quel Vangelo che brucia nel nostro cuore come la fiamma di un camino nel salotto...

Riusciamo a spostare quintali di polvere dal nuovo libro della vita che tentiamo di scrivere…

Ci alziamo soddisfatti e andiamo a dormire sereni perché si è cercato il meglio per tutti, e baciata la bellezza quando passa col suo candore che profuma di rose…

Lavoriamo di fino ora dopo ora per costruire quel bel capolavoro che pretendiamo di chiamare Vita…

Non ci arrendiamo davanti alle difficoltà e non ci scoraggiamo quando incontriamo qualcuno scoraggiato, ma anzi cerchiamo di risollevarlo…

Sembriamo proprio avere le spalle larghe, e poi…

Poi basta una cazzata per perdere quella fiducia che avevamo in noi stessi e gettarci nelle braccia dell’avversario: di chi lavora notte e giorno per apparirci seducente e premiante, e poi consegnarci al male, a quella droga che recide la nostra mente e sporca anche il sangue: a Satana!

Poi bastano cinque minuti di silenzio nel cuore per stordirci e per domandarci chi siamo, e dov’è quel Dio che cerchiamo e del quale dimostriamo la nostra disaffezione…,

Se possiamo sparire a Lui, forse che Lui possa sparire a noi?

Quando si studia per mesi un brano musicale e poi lo si suona bene, senza far prevalere la pancia o il cervello sul cuore, ma si alza il vento dello spirito al di sopra dei nostri sforzi…

La soddisfazione è qualcosa che rasenta la follia!

Se mentre lo si esegue in un’occasione importante, si sbagliano anche soltanto poche note, o qualche accento o si imbarca la dinamica o evapora “il vento dello spirito”…, si danneggia tutto in pochi istanti e pare che tutto il lavoro sia stato inutile e ci si sente come un bambino davanti al mare: vuoti e minimi davanti all’infinito; e ci si sente come un vecchio che sfoglia un album di fotografie del passato: tristi e impossibilitati a correggere la storia sbagliata di alcune foto.

La corda va sempre tenuta in tiro e non sempre quest’esercizio è facile: non nella musica e non nella vita cristiana!

Perdere fa parte del gioco, ma un musicista sa che il brano migliore lo scriverà domani e un cristiano sa che la speranza è sempre gravida di felicità a venire…

Riconoscersi nell’umiltà di quel bambino di fronte al mare senza sentire l’infinito come un nemico, ma come un Padre paziente che sa attendere i suoi figli come un abbraccio forte, anche quando – pieni di buchi – trasudano la sporcizia accumulata nel corso dei tanti tentativi falliti…

E’ questo l’esercizio che cerco di fare!

Rué, 19 aprile 2013

COME UN BAMBINO DAVANTI AL MARE...

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