CARI GENITORI, LO SO'!

Lo so’ che dovevate insegnarmi a vivere, e avete dovuto fare strada voi…

Lo so’ che dovevate assicurarvi che avessi la schiena dritta, e per questo avete dovuto adottare anche qualche punizione; perché quando si sbaglia nella vita mi potessi ricordare che le conseguenze dei miei errori erano già scritte in quegli scapaccioni e in quelle piccole privazioni…

Lo so’ che avevate il compito di insegnarmi a vivere, senza ancora  avere avuto prima - voi stessi - il tempo di capire cos’era da evitare e cos’era da perseguire…

Lo so’ che dovevate fare in modo che io trovassi un lavoro e una mia strada…

Lo so’ che dovevate insegnarmi le regole e a vivere in pace con gli altri…

Lo so’ che dovevate insegnarmi ad affrontare le prove della vita con coraggio…

Lo so’ che avevate davanti un “bambino difficile” che era assai complicato da comprendere, ma molto facile da amare…

Lo so’ che vi consultavate e cercavate sempre la strada migliore per compensare gli errori e illuminare il mio futuro…

Lo so’ che nessuno è perfetto e genitori non si nasce, ma si diventa nella carne senza poi sapere cosa significhi nello spirito…

Lo so’ che i miei anni da adolescente sono stati una dura prova per voi e siete resistiti nonostante tutto!

Lo so’ che sovente iniziavate la giornata col magone perché c’erano delle incomprensioni gravi, e le parole dei figli sono coltellate senza anestesia…

Lo so’ che i ricordi fanno male, ma so’ anche che il tempo fa bene!

 

Perché al di là di tutti gli insegnamenti che tutti i genitori responsabili hanno per i loro figli, al di là delle prove dure che avete superato e che abbiamo superato insieme, al di là delle preoccupazioni logiche per il futuro per un lavoro e una famiglia, al di là della parte “burocratica” da svolgere nel vostro compito di genitori…

Mi è rimasto un bene assai più prezioso: l’AMORE!

 

Molti genitori si perdono e nella preoccupazione di dare un’educazione corretta, diventano talmente rigidi da essere ricordati soltanto per la loro “schiena dritta”, soltanto per la durezza che è servita poi a non sviare la strada e arrivare dritti in porto, soltanto come un vicolo lungo e stretto per il quale si deve passare per arrivare alla piazza.

Ma voi no!

Voi avete anche accettato l’errore, lo sviare, l’allargare la curva finendo sul margine, avete anche accettato la mancanza di rispetto e la derisione da parte dei coinquilini e dei conoscenti e dei parenti-serpenti che vi criticavano per la vostra educazione sbagliata che avrebbe condotto solo alla perdizione…

Avete messo l’amore e l’attesa sull’altro piatto della bilancia, mi avete insegnato a camminare dritto senza dover camminare sui binari, ci avete messo la faccia quando facevo cose che avrebbero imbarazzato qualunque genitore…

Come quando un giorno decisi di scalare il mio palazzo, e voi tornando da messa mi trovaste a metà strada di un condominio di 10 piani, all’altezza del balcone del quinto piano, con tutti i passanti e i coinquilini che vi dicevano di ricoverarmi in un istituto perché non ero normale…

O come quando sparivo da casa per giorni senza dare mie notizie, e tutta la gente intorno a voi vi suggeriva soluzioni drastiche, e il medico vi suggeriva cure di calmanti e se necessario l’internamento in una comunità, e la zia suora vi suggeriva il collegio e la giudice voleva il riformatorio…

Voi avete saputo gestire tutte queste “proposte” senza la paura di scandalizzare qualcuno, e avete messo ancora una volta davanti a tutto l’amore; non sempre la comprensione perché era difficile anche per me, ma l’amore sì!

Avete gestito l’imbarazzo in ascensore di altri genitori che vi “insegnavano” così: “Ah se fosse figlio mio, saprei io come raddrizzarlo!”, siete sopravvissuti agli sputi e ai dispetti e persino alle botte!

Cari genitori, non lo so’ nemmeno io perché ero così disturbato, mi mancava proprio quello che invece voi cercavate di darmi: l’amore!

Mi mancava nella forma nella quale ne avevo bisogno io, e sicuramente non mi è arrivato quello che invece era a portata di mano…

Cari genitori, non siete stati capaci di farmi sentire quell’amore di cui avevo bisogno, e forse la mia posizione di secondo figlio mi ha svantaggiato nei confronti del primo – del quale ero soltanto una replica in minore - e nei confronti della terza – della quale non potevo imitare il sesso di una bambina molto desiderata da mia mamma.

Cari genitori non avete nemmeno l’idea di quanto io ho sofferto, tanto e anche troppo per il mio povero cuore!

Però so’ con certezza – cari genitori – che mi avete sempre amato sopra ogni cosa; e l’amore con cui avete gestito anche le situazioni più difficili, da qualcuno è stato giudicato soltanto come “poco carattere” e invece io so’ tutto l’amore che passava per quelle rinunce e quelle strettoie dalle quali voi volevate un figlio che ricordasse una parola soprattutto: AMORE!

Prima anche della sistemazione, e prima delle regole e prima di una vita normale e prima di una famiglia e prima di tutto e oltre tutto!

Molti ricordano i loro genitori come dei binari che hanno permesso il loro viaggio dall’infanzia all’età adulta, io li ricordo come un campo aperto con un sentiero tracciato sul quale venivo indirizzato e sul quale prima o poi mi sono ritrovato alla scoperta della verità!

Ma è proprio in quella apparente mancanza d’amore che poi è venuta invece a maturare la parola chiave che include ogni altro insegnamento: AMORE!

Ogni cosa nella vita non deve essere fatta soltanto per dovere, soltanto per abitudine, soltanto perché serve, soltanto per l’età, soltanto per nascondere qualcosa, ma prima di tutto per AMORE…il resto verrà dietro!

Ora lo so’, cari genitori!

Ed è lo stesso amore che provo io per voi!

 

Rué Libertà, 7 dicembre 2014

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