In un'epoca in cui la forza è ritenuta indispensabile: vera o presunta, mimata o costruita, leale o sleale...
In un'epoca in cui la forza può diventare una pettinatura o un vestito o un profumo, che possono catalizzare o respingere amati e odiati...
In un'epoca in cui la forza può prendere la forma del denaro che piega molti metalli - tra i meno pregiati!
In un'epoca in cui la forza può diventare un grosso suv che può andare dove vuole, soprattutto dove non è permesso: sui marciapiedi, nei parcheggi dei portatori di handicap, davanti ai passi carrai, ai 200 all'ora dove la velocità consentita è 110, sopra le biciclette che non si vogliono inchinare alla loro superiorità...
In un'epoca in cui la forza - vera o presunta tale - è mostrata in grossi muscoli da gladiatore, anche quando si passa la giornata dietro ad un pc; e se proprio costretti a fare un lavoretto manuale ci si arrende di fronte a difficoltà da principianti; e capitati da soli in un bosco anzichè respirare a pieni polmoni, ci si fà prendere da una crisi di panico...
In un'epoca in cui per conquistare chi e quando si vuole, si è disposti ad accumulare veleno e tacere amore per tutta la vita...
In un'epoca nella quale la finzione è diventata più urgente della realtà, e la vita spintonata un po' più in là dove non filtra luce perchè l'unico colore riconosciuto è il nero...
Voglio trovare la forza di uscire di casa vestito come sono dentro, e mostrare i miei capelli bianchi e la mia chitarra imbrunita e graffiata per la vita vissuta...
Voglio trovare la forza di non nascondere le mie lacrime d'amore per ogni emozione che la vita mi propone, davanti a chi pensa che equivalga a spogliarsi della propria armatura...
Voglio trovare la forza di rompere una lite a suon di carezze e rinuciando all'ultima parola...
Voglio trovare la forza di perdonare quando sono stato giudicato per quello che non sono, quando sono stato maltrattato e insultato, quando sono stato messo in disparte e quando sono stato ingannato e derubato, quando sono stato percosso; voglio raggiungere quella gioia che si prova a perdonare: in un respiro così profondo che i polmoni si espandono come in nessuno sport praticabile...
Voglio comprendere che la forza buona stà nel riuscire a trattenersi, nell'evitare di compiere azioni di cui un essere umano si dovrebbe vergognare e nel costringersi a compiere quelle in cui si può specchiare e riconoscersi figlio di Dio!
Voglio trovare la forza di rispettare i miei limiti per quello che sono, e comprendere che sviluppare le mie attitudini non equivale a sostituirmi a Dio...
Voglio imparare la forza dalla parte di chi riceve un colpo mortale e si salva, e non da quella di chi lo infligge...
Voglio imparare che la forza non è la mia bellezza, non è la mia intelligenza, non la mia ricchezza economica, non il mio fascino né la mia posizione sul lavoro; al contrario la vera forza consiste nel rinunciare ai privilegi con cui questi doni della natura mi tentano: sviluppare le mie doti più fortunate e rendere felice qualcun altro con ciò che ho ottenuto col mio cervello o la mia bellezza o la mia posizione sociale...
Voglio imparare la forza dalla semplicità di sentirmi una creatura di Dio e quindi "protetto" da un disegno che forse a volte non comprendo del tutto, ma che non chiamo rassegnatamente destino o sfiga; cerco di fare il meglio per me, ma Qualcuno lo fà meglio di me e può capitare di incontrare una strada piena di sassi, ma ho la certezza che mi porterà al meglio, dove nemmeno osavo immaginare: perchè mi fido di Lui!
Voglio convincere con la forza dell'amore e non con quella della pretesa...
Voglio impiegare la mia forza per costruire e non per arricchirmi; per donare gratuitamente ciò che ho ricevuto in omaggio dalla vita: denari, fortune, salute...
Voglio impiegare la mia forza per crescere senza dimenticare che la crescita non può essere soltanto verticale ma inevitabilmente anche orrizzontale, altrimenti la costruzione risulterà esile e traballante: dunque la crescita che mi coinvolge deve per forza abbracciare anche gli altri...
E voglio riconoscere che i miei meritati successi derivati dal mio impegno aggiunto alle doti ricevute, non sono solo cosa mia; perchè c'è qualcuno che non ha avuto la possibilità materiale di sviluppare doti tanto fortunate, oppure qualcosa o qualcuno si è messo in mezzo e l'ha impedito; e quindi voglio riconoscere che la fortuna non esiste ma è una prova divina della nostra disponibilità...
E la meritocrazia tanto osannata di questi tempi non è la giustizia: si pretende che non sia il più raccomandato a mangiare il più dotato, ma il più grosso può tranquillamente mangiare il più piccolo: questa è la filosofia!
Bella forza!
Rué, 24 aprile 2012