La storia si studia sui libri di scuola e lo sappiamo,
ma la storia che studiamo è la storia dei cosiddetti “grandi”!
Ci insegnano poi che è l’unica che conta, perché è l’unica che ha cambiato e che cambia il corso del fiume in cui naviga l’umanità; in altre parole la storia dei grandi è quella che si trascina dietro il destino dell’uomo, tutti gli altri esseri umani a nulla servono e a nulla sono serviti…
E in effetti se osserviamo la vita umana prima o dopo l’invenzione dell’automobile o del telefono, ci accorgiamo che di molto è cambiata con l’innovazione tecnologica…
E in effetti se immaginiamo la storia dell’umanità senza il governo storico dei romani o senza le guerre mondiali, dobbiamo ammettere che sicuramente avrebbe avuto un altro destino e soprattutto altri confini e un’altra geografia e un’altra storia e un’altra politica e quindi – visto che tutti questi fattori incidono anche sullo sviluppo e sulla ricerca - anche una differente spinta innovativa a livello scientifico e tecnologico e infine anche culturale…
Insomma avremmo sicuramente un’umanità differente!
Più ricca o più povera? Più avanzata o più regredita? Avremmo avuto stati con superfici più estese o più ridotte? Avremmo avuto più persone con titolo di studio elevato, oppure meno? Avremmo allungato la vita umana in maniera maggiore o minore di quella attuale? E soprattutto questa vita sarebbe stata più o meno semplificata e comoda, di oggi? Sarebbe stata una vita piena di soddisfazioni oppure più frustrante di quella odierna? Saremmo in possesso di mezzi di trasporto e di comunicazione più veloci o più lenti dei nostri? Ecc…
Naturalmente rispondere a queste domande non è difficile: è impossibile!
Però se qualcuno ha naso e voglia di dare un’occhiata un po’ più ampia, presto si accorgerà che esiste tutta una sapienza popolare che da sempre ha ispirato i grandi artisti e i grandi scienziati che poi hanno avuto – e cercato – la loro gloria, anche quando questa era figlia di silenziose invenzioni di contadini e gente semplice…
Quante volte ci capita di ascoltare un brano musicale stupendo, e subito chiediamo chi è l’autore; e talvolta ci sentiamo rispondere: anonimo!
Anzitutto andrebbe scritto: ANONIMO!
Perché una persona che è in grado di scrivere una musica così bella da commuovere milioni di persone, e pensare di aver fatto nulla di importante, tanto da non provare nemmeno a pretendere una riconoscenza…, è un grande vero!
A parte al fatto, che molte volte l’autore e più di uno, nel senso che chi ha iniziato magari fischiettando la composizione, non è poi quello che l’ha completata; ma è stato succeduto da altri che hanno continuato la composizione, senza mai pretendere nulla oltre alla propria soddisfazione personale.
Quante volte ci capita di ascoltare un brano musicale stupendo, e subito chiediamo chi è l’autore; e altre volte ci sentiamo rispondere: questo o quello – conosciutissimi e rispettatissimi autori!
E tante volte è un falso d’autore!
Ad esempio – senza togliere ovviamente nulla al suo genio indiscusso – il pezzo più conosciuto di J.S.Bach - cioè la “toccata e fuga in re minore” – non è in realtà suo: ma di un violinista precedente che non ha lasciato firma; ovviamente poi Bach l’ha ampliato fino alla forma attuale, però nella sua forma iniziale e più autentica è assolutamente: ANONIMO!
Quante volte ci capita di conoscere un detto popolare che però è smentito da una verità scientifica appurata, e poi dopo qualche decennio la scienza smentisce sé stessa e restituisce verità alla cosiddetta “sapienza popolare”…
Quante volte la nonna ci ha detto che quella pianta o quell’erba potevano curare o alleviare i sintomi di una malattia, e la medicina ne rideva sino a quando poi una medicina collaterale ha scoperto che era vero e a volte anche la medicina ufficiale ha iniziato a fabbricare pillole che hanno alla base proprio quella sostanza della natura…
Quante volte il vecchio artigiano di una volta, insisteva a costruire e riparare con tecniche ritenute oggi ridicole e senza alcun fondamento, eppure i suoi risultati ancora non sono stati capiti né superati dalla scienza: pensiamo agli strumenti musicali del Guadagnini o di Stradivari, che non avevano altro strumento che la sensibilità umana e l’esperienza accumulata a volte attraverso diverse generazioni…; ma io qui penso anche ad esempio a GianMaria Langiu (oggi penso morto o vecchissimo) liutaio d’eccezione del quale possiedo due eccezionali strumenti che nulla hanno da invidiare ad una Ramirez da concerto e semmai più…, eppure per la sua natura riservata e schiva ai riflettori, è sempre rimasto nell’anonimato come un buon artigiano e basta, quand’era un genio assoluto…
E la lista potrebbe continuare all’infinito, non certo per screditare la scienza nei confronti della saggezza popolare e della sapienza dei suoi artigiani; ma sicuramente per mettere le due cose assolutamente sullo stesso identico piano: questo sì!
Dunque la storia andrebbe forse riletta alla luce di tanti invisibili uomini che hanno lasciato ad altri la gloria, mentre la loro genialità li ha fatti concentrare del tutto sulla materia di loro indagine, e a volte li ha lasciati addirittura inconsci del loro talento, del quale ampiamente se ne fregavano!
Troppe volte invece si vede - e si è visto sempre nella storia – appena un briciolo di talento essere così ostentato fino a pretendere un titolo, anche quando le stampelle che reggevano l’opera di questi “grandi” erano di persone a loro asservite…
La prima considerazione che mi viene in mente è che la genialità essendo opera di Dio, non ha bisogno e non si nutre di vanità umane, ma sussiste oltre la propria coscienza, un po’ come l’istinto…
La seconda considerazione – molto più consistente della prima – è che tutte queste cose che l’uomo ha inventato sono sicuramente utili all’uomo nel semplificargli il suo passaggio sulla terra, ma sicuramente non danno significato alla sua vita; perché vivere con più comodità e più a lungo e con più cultura e potendo viaggiare per tutto il pianeta e avendo una vita più lunga e con meno dolori fisici, non aggiunge in realtà un solo granello alle domande dell’uomo sul senso della vita!
Temo che oggi tutti siano molto più interessati alle risposte che alle domande, allora ecco che la cultura e la scienza vengono in nostro aiuto a tentare di rispondere con autorevolezza ad ogni nostro quesito; ma forse oggi sono le domande che mancano: quelle giuste!
Perché nessuno vuole più farsele, limitandosi a godersi la vita con tanti giocattolini da adulti, senza più affondare la lama nel silenzio che è in noi, per farlo parlare, per isolarlo col bisturi della sincerità!
Farsi grandi domande oggi è scomodo, perché c’è il serio di rischio di trovare risposte adeguate, risposte che una popolazione frivola e leggera non ha più voglia di affrontare: “cosa mi importa di trovare il senso della mia vita qui sulla terra se mi offrono una comoda poltrona in prima fila al teatro del nulla, dove tutto può diventare un gioco e io il re che si diverte…”
Temo che oggi tutti siano molto più interessati a leggere tra le righe, dimenticandosi - ahimè - di leggere però le righe!
Ed allora si impara che la felicità non esiste, ma si può tutt’al più inseguire la serenità che è di questo mondo; ma non si impara più che la felicità della nostra vita è opera di un dono, e soltanto con un altro dono se ne può trovare altra vera…
Il progresso vero, è quello che ha portato la pace e la fratellanza e la carità e la pietà!
Quando un medico trova una nuova medicina per salvare un evoluto e ricco occidentale che può permettersi di pagare la sua ricerca esclusiva, non ha contribuito al progresso dell’umanità tanto quanto quel medico che ha portato il vaccino nei paesi più sottosviluppati rinunciando alla sua carriera e alla sua posizione sociale per vivere in mezzo ai più disagiati…
Quando un ingegnere in pensione decide di andare gratuitamente ad insegnare alle popolazioni del terzo mondo: i meccanismi per costruire canali di irrigazione e acquedotti, trova una felicità che in tutta la sua precedente vita agiata non ha mai rasentato…
Il dono rende sazi!
Perché noi stessi siamo un dono e non è un caso che Gesù Cristo sia apparso in mezzo a noi come un uomo semplice, vissuto in povertà e donato completamente agli altri, e condannato ad una morte degna di un assassino; non è un caso che il cristianesimo sia l’unica realtà che è iniziata dal basso e dai ceti più semplici per poi salire più tardi anche sulle scrivanie dei più colti e ricchi; la scienza e la tecnologia e anche la cultura seguono percorsi inversi: partono dall’alto per scendere man mano verso i ceti più semplici…
Mai una grande realtà entra dai ceti più semplici e poveri per poi arrivare più tardi a solleticare i palati più “raffinati”.
Eppure è proprio così che è accaduto, e l’unica realtà che ha varcato la soglia del terzo millennio mentre molte ideologie e presunte verità sono implose o scomparse, è proprio quella del Vangelo!
Probabilmente perché è talmente naturale il suo insegnamento, che riempie di significato la vita e spiega l’uomo all’uomo senza passare prima dal suo cervello, ma entrando dalla porta del cuore per poi arrivare dopo al cervello.
La storia dei piccoli forse non si scrive sui libri di storia, forse non si nutre di glorie titoli e riconoscimenti, forse non passa per i cortili dei grandi palazzi, forse non si discute in conferenze autorevoli…
Ma scrive nel cuore degli uomini le vere parole del progresso: PACE AMORE CARITA’ PIETA’ GRAZIA, e le firma così: anonimo…
Così come un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce, in modo analogo si può affermare che se la storia dei grandi pretende di indirizzare il corso del fiume umanità, la storia dei piccoli si occupa di trasformare un fiume in secca senza vita, in un fiume carico di limpide acque che danno e nutrono la vita!
Le dighe portano un nome e così pure le deviazioni forzate del letto di un fiume, ma la purezza e l’abbondanza della sua acqua sono anonime, ma sono loro che dissetano l’umanità!
Rué, 18 novembre 2012